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프란치스칸 성인/성지




축일 : 9월 4일


성녀 로살리아 동정


Santa Rosalia Vergine, eremita di Palermo


Santa Rosalia Vergine


St. Rosalia of Palermo


at Palermo, Sicily - c.1160 apparently of natural causes


Rosalia = dal nome del fiore





13세기부터 시실리아에서는 성녀 로살리아 공경이 보편화 되었으나,


옛 순교록에는 그의 생애가 기록되지 않고 있다.


스틸팅 신부의 연구에 따르면, 성녀 로살리아는 젊어서 고향을 떠나


시실리의 비보나 교외 몬떼 꼬쉬나의 어느 동굴에서 은수자로 살았다.


후일 그녀는 팔레르모에 페스트가 유행했을 때,


그녀는 이 도시의 주민을 구했기 때문에 그녀가 팔레르모로 주민들의 수호성인으로 공경을 받으며,


그녀의 은둔소 위에 큰 성당을 세웠다.





1624년 이탈리아의 팔레르모 시에는 무서운 페스트가 발생하여


어떠한 치료 수단도 효과 없이 희생자가 속출했으며 사람들도 매우 불안했다.



사람들은 하느님의 도우심 외에는 구할 길이 없다하여 모든 성인의 호칭 기도를 외우며 시가행진을 했는데,


이상하게도 마치 주님의 묵시나 받은 듯이 제각기 다른 길로 열지어 가는 성가대원들이


성녀 로살리아의 이름을 호칭 기도문에 덧붙여 노래했다.


더구나 이상한 것은 이 행렬이 끝나자 그처럼 맹위를 떨치던 열병도 즉각 멈추었다는 것이다.





로살리아는 어렸을 때에 부친과 같이 팔레르모에 와서 부친이 왕궁에서 근무하는 동안,


그녀는 왕비 마르가리타의 총애를 받아 그 감독 하에 좋은 교육을 받았다.



성년이 되어 어떤 귀족에게 출가시키려는 무렵 로살리아는 돌연 종적을 감추었다.


그녀는 우선 어떤 수녀원에 숨었다가 곧 인기척 없는 동굴 속에서 살았다.


그 소재지를 안 사람을 왕비 마르가리타 뿐이었으며,


그녀는 더 조용한 장소를 로살리아에게 택하여 주며 일생을 그 곳에서 지내도록 했다.





로살리아는 기도와 묵상으로 세월을 보냈다.


비바람을 가릴 만한 집이 페레그리노 산 위에 있었는데,


때때로 한 신부가 찾아와 그곳에서 미사를 지내 주었다.



로살리아가 아무도 모르는 이런 산중에서 일생을 마쳤으므로


그녀의 죽음과 묘지를 안 사람도 극히 드물었다.






그러나 하느님께서는 그녀의 묘소와 그녀의 이름을 세상에 알리셨다.


팔레르모에서 시가행렬이 끝난 후였다.



성녀는 어떤 노인에게 나타나서


"페레그리노 산에 가 보세요, 거기에 내 무덤이 있습니다"했다.



노인이 가보니 과연 가르쳐 준 장소에 무덤이 하나 있었다.


그래서 무덤을 헤쳐보니 한 부인의 시체가 나왔다.





STATUE OF SANTA ROSALIA IN THE CAVE



생전의 모습 그대로였다.


그러나 과연 성녀 로살리아의 시체인가?


이런 의문을 둘러싸고 의사와 신부들이 면밀한 조사를 한 결과


거의 틀림없다는 결론을 내리게 되었는데, 여기서 새로운 증거가 나타났다.





즉 묘지의 동굴 속에서 발견된 돌 한개에는


성녀 자신이 새겼는지 혹은 다른 사람이 새겼는지 다음과 같은 글이 기록되어 있었다.



"퀴스퀴나 및 로제스의 영주 시니발도의 영양 로살리아는


하느님의 사랑을 위해 동굴에 거처하기로 정했다."



팔레르모 시민들은 즉시 그녀를 주보 성녀로 결정했다.


성녀가 살던 곳에는 아름다운 성당을 건립하고,


주교좌 성당 옆에는 조그마한 성당을 세워 그곳에 성녀의 유해를 안치했다.





성녀 로살리아는 팔레르모 시민의 신뢰를 어기지 않고 주보로서의 임무를 다했다.


우선 전술한 페스트 종식을 시작으로 1693년의 대지진 때에도


구원의 손을 뻗쳐 다른 도시 촌락에서는 수많은 사상자가 났었지만 팔레르모 시민만은 그 참화를 면했다.


그 뒤 성녀 로살리아에게 대한 흠모는 각국에까지 퍼졌고,


특히 페스트와 지진에 대한 구원의 성녀로 공경을 받게 되었다.





♬4.Occuli Omnium-베네딕도수도원










로사리오의 복되신 동정 마리아 (축일:10월7일)



이 축일은 성 비오 5세 교황이 레판토 해전(1571년) 승리 기념일에 제정하였다.


그리스도교 신자 군사들은 그 때 자신들이 거둔 승리가 묵주기도를 바침으로써 받은,


천주의 거룩하신 어머니의 도움 때문이라고 생각하였다.



오늘 이 축제는 하느님 아드님의 사람이 되심, 수난, 그리고 부활의 영광에 특별한 방법으로 참여하신


복되신 동정 마리아의 이끄심으로 그리스도의 모든 신비를 묵상하도록 우리를 격려한다.


로사리오란 말은 장미 꽃다발(Rosario:라틴어)에서 유래되었습니다.



*로살리아Rosalia 축일:9월4일


*로사리아Rosaria 축일:10월7일.인창동성당게시판681번,1409번









Santa Rosalia Vergine, eremita di Palermo
4 settembre
Palermo XII secolo - † 4 settembre 1160


Vergine non martire del XII secolo, santa Rosalia è divenuta patrona di Palermo nel 1666 con culto ufficiale esteso a tutta la Sicilia. La sua storia è quella di una ricchissima e nobile fanciulla palermitana di origini normanne, Rosalia Sinibaldi, secondo la tradizione morta nel 1160 in una grotta sul monte Pellegrino dove si era ritirata per condurre vita eremitaca. Nel 1624, mentre a Palermo la peste decimava il popolo, lo spirito di Rosalia apparve in sogno ad una malata, e poi ad un cacciatore. A lui Rosalia indicò la strada per ritrovare le sue reliquie, chiedendogli di portarle in processione per la città. Così fu fatto: e dove quei resti passavano i malati guarivano, e la città fu purificata in pochi giorni. Da allora, a Palermo, la processione si ripete ogni anno. Rosalia, fu inclusa nel Martirologio romano nel 1630 da papa Urbano VIII. (Avvenire)


Patronato:Palermo
Etimologia: Rosalia = dal nome del fiore
Emblema: Giglio, Corona di rose, Teschio

In Sicilia vi è un intensissimo culto per tre giovani sante vergini, Lucia di Siracusa, Agata patrona di Catania e Rosalia patrona di Palermo. Il loro culto si è diffuso in tutti Paesi in cui sono arrivati le schiere di siciliani emigranti, che hanno portato con loro il ricordo struggente della natia Isola e delle loro tradizioni, unitamente al culto sincero e profondo per le tre sante siciliane.
Ma se s. Lucia di Siracusa († 304) e s. Agata di Catania († 250 ca.) furono martiri durante le persecuzioni contro i primi cristiani, s. Rosalia è una vergine non martire, vissuta molti secoli dopo e divenuta patrona di Palermo nel 1666 con culto ufficiale esteso a tutta la Sicilia.
Ciò nonostante la “Santuzza”, come affettuosamente viene chiamata dai palermitani, si affermò come una delle sante più conosciute e venerate nella Cristianità siciliana e in particolare in quella palermitana; ancora oggi in qualsiasi parte del mondo s’incontrano i palermitani, si scambiano il saluto “Viva Palermo e santa Rosalia!”.
Purtroppo sulla sua vita vi sono poche notizie in parte leggendarie, ma piace considerare con lo scrittore fiorentino Piero Bargellini che: “È ben vero che le leggende sono come il vilucchio (pianta rampicante) attorno al fusto della pianta; la pianta già c’era prima che il vilucchio l’avvolgesse: Così la santità già esisteva, prima che la leggenda la rivestisse con i suoi fantastici fiori”.
E questo vale per tutti i santi che in tanti secoli e luoghi, hanno donato la loro vita, spesso con il martirio, a volte sconosciuti o nascosti in vita e dei quali solo dopo la morte o dopo molto tempo se n’è scoperta l’esistenza e ancor più la santità.
È il caso di s. Rosalia che nacque a Palermo nel XII secolo e secondo antichi libri liturgici, morì il 4 settembre del 1160 a 35 anni. La leggenda dice che fu figlia di Sinibaldo, feudatario, signore della “Quisquinia e delle Rose” e di Maria Guiscarda, cugina del re normanno Ruggero II; giovanissima fu chiamata nel Palazzo dei Normanni, alla corte della regina Margherita, moglie di Guglielmo I di Sicilia (1154-1166); la sua bellezza attirava l’ammirazione dei nobili cavalieri; il più assiduo pretendente, sempre secondo la fantasia popolare, si vuole che fosse Baldovino, futuro re di Gerusalemme.
Rosalia visse in quel felice periodo di rinnovamento cristiano-cattolico, che i re Normanni ristabilirono in Sicilia, dopo aver scacciato gli Arabi che se n’erano impadroniti dall’827 al 1072; favorendo il diffondersi di monasteri Basiliani nella Sicilia Orientale e Benedettini in quella Occidentale; apprezzando inoltre l’opera religiosa e monastica del certosino s. Brunone e del cistercense s. Bernardo di Chiaravalle.
In quest’atmosfera di fervore e rinnovamento religioso, s’inserì la vocazione eremitica della giovane nobile Rosalia; bisogna dire che l’eremitismo era fiorente in quei secoli, sia nel campo maschile che in quello femminile.
Seguendo l’esempio degli anacoreti, che lasciato gli agi e la vita attiva, vissuta fino ad allora, si ritiravano in una grotta o in una cella, di solito nei dintorni di una chiesa o di un convento, così da poter seguire dal loro piccolo ambiente, le funzioni liturgiche e di poter avere nel contempo un’assistenza religiosa dai vicini monaci; così Rosalia si ritirò in una grotta del feudo paterno della Quisquinia a circa 20 km. da Palermo sulle Madonie, vicina a dei Benedettini.
Da lì la giovane eremita, dopo un periodo di penitenza non definito, si trasferì in una grotta sul Monte Pellegrino, stupendo promontorio palermitano; accanto ad una preesistente chiesetta bizantina, in una cella costruita sopra il pozzo tuttora esistente.
Anche qui nei dintorni, i Benedettini avevano un convento e poterono seguire ed essere testimoni della vita eremitica di Rosalia, che visse in preghiera, solitudine e mortificazioni; molti palermitani, salivano il monte attratti dalla sua fama di santità.
Secondo la tradizione morì il 4 settembre, che si presume, dell’anno 1160. In seguito ebbe un culto con l’edificazione di altre chiese a lei dedicate in varie zone siciliane, oltre la cappella già sul Monte Pellegrino e riprodotta in immagine nella cattedrale di Palermo e di Monreale; una chiesa era anche a Rivello (Potenza) nella diocesi di Policastro.
Ma all’inizio del 1600 il suo culto era talmente scaduto al punto che non veniva più invocata nelle litanie dei santi patroni di Palermo; ciò non esclude comunque un culto ininterrotto anche se di tono minore, durato nei quattro secoli e mezzo, che vanno dalla sua morte al 1600.
Sul Monte Pellegrino fino al primo Cinquecento erano vissuti i cosiddetti “romiti di s. Rosalia” dimoranti in alcune grotte vicine a quella, dove per tradizione era vissuta e morta la giovane eremita.
Verso la metà del sec. XVI, il viceré Giovanni Medina, fece costruire per l’”Ordine Francescano Riformato di Santa Rosalia e del Monte Pellegrino”, un convento accanto alla grotta adattata a chiesa. Ad ogni modo studiosi agiografi hanno trovato documenti che testimoniano, che già nel 1196 e decenni successivi, l’eremita veniva chiamata “Santa Rosalia”.
E arriviamo al 26 maggio 1624, quando una donna (Girolama Gatto) ridotta in fin di vita, aveva visto in sogno una fanciulla vestita di bianco, che le prometteva la guarigione se avesse fatto voto di salire sul Monte Pellegrino per ringraziarla.
La donna salì sul monte con due amiche, era di nuovo in preda alla febbre quartana, ma appena bevve l’acqua che gocciola dalla grotta, si sentì guarita, cadendo in un riposante torpore e qui le riapparve la giovane vestita di bianco, ravvisata come s. Rosalia, che le indicò il posto dove erano sepolte le sue reliquie.
La cosa venne riferita ai frati eremiti francescani del vicino convento, i quali già nel Cinquecento con il loro superiore s. Benedetto il Moro (1526-1589), avevano tentato di trovare le reliquie senza riuscirvi, quindi ripresero le ricerche, aiutati da tre fedeli, finché il 15 luglio 1624 a quattro metri di profondità, trovarono un masso lungo sei palmi e largo tre, a cui aderivano delle ossa.
Per ordine del cardinale arcivescovo di Palermo Giannettino Doria, il masso fu trasferito in città nella sua cappella privata, dove fu esaminato con i resti trovati, da teologi e medici; il risultato fu deludente, avendo convenuto che le ossa potevano appartenere a più corpi e poi nessuno dei tre teschi trovati, sembrava appartenere ad una donna.
Il cardinale non convinto, nominò una seconda commissione; intanto Palermo fu colpita dalla peste nell’estate del 1624 mietendo migliaia di vittime (la stessa epidemia che colpì Milano e descritta dal Manzoni nei ‘Promessi sposi’). Il cardinale radunò nella cattedrale popolo e autorità e tutti insieme chiesero aiuto alla Madonna, facendo voto di difendere il privilegio dell’Immacolata Concezione di Maria, che era argomento contrastante nella Chiesa di allora e nel contempo di dichiarare s. Rosalia patrona principale di Palermo, venerando le sue reliquie, quando si sarebbero riconosciute.
A tutto ciò si aggiunge la scoperta di due muratori palermitani, che lavorando nel convento dei Domenicani di S. Stefano, trovarono in una grotta di Quisquinia, il 25 aprile 1624, un’iscrizione latina a tutti ignota, che si credette incisa dalla stessa s. Rosalia, quando vi aveva abitato e che diceva: “Io Rosalia, figlia di Sinibaldo, signore della Quisquina e (del Monte) delle Rose, per amore del Signore mio Gesù Cristo, stabilii di abitare in questa grotta”; che confermava il precedente eremitaggio, seguito poi da quello sul Monte Pellegrino.
L’11 febbraio 1625 la nuova commissione, stabilì che le ossa erano di una sola persona chiaramente femminile, dei tre crani, si scoprì che due erano un orciolo di terracotta e un ciottolone, mentre il terzo che sembrava molto grande, era invece ingrossato da depositi calcarei, che una volta tolti rivelarono un cranio femminile; anche la prima commissione ne riesaminò i resti e concordò con il risultato della seconda commissione.
A ciò si aggiunse un prodigio, un uomo Vincenzo Bonelli essendogli morta la moglie di peste e non avendolo denunziato, fuggì sul Monte Pellegrino e qui gli apparve la “Santuzza” predicendogli la morte per peste e ingiungendogli, se voleva la sua protezione per l’anima, di dire al cardinale che non dubitasse più dell’autenticità delle reliquie e le portasse in processione per la città, solo così la peste sarebbe finita.
Tornato in città, effettivamente si ammalò di peste e prima di morire confessò ciò che gli era stato rivelato. Il 9 giugno del 1625, l’urna costruita apposta per le reliquie, fu portata in processione con la partecipazione di tutta la popolazione e con grande solennità; la peste cominciò a regredire e il 15 luglio quando si fece il pellegrinaggio sul Monte Pellegrino, nell’anniversario del ritrovamento delle reliquie, non comparve più nessun caso di appestato.
Il cardinale fece costruire nella cattedrale un magnifico altare, dove venne sistemata la fastosa urna d’argento massiccio con le reliquie della santa, il cui nome fu per tradizione interpretato come composto da ‘rosa’ e ‘lilia’, rosa e gigli, simboli di purezza e di unione mistica; per questo la ‘Santuzza’ è rappresentata con il capo cinto di rose.
Da quel 1625 il culto fu autorizzato e rinverdito dalla Chiesa palermitana per la vergine eremita orante e contemplante sul Monte Pellegrino, quale testimonianza di eccezionale ascesi cristiana, che nei secoli non è stato mai dimenticata dal popolo palermitano. Da 350 anni i pellegrini salgono sul monte, definito da Goethe nel suo ‘Viaggio in Italia’, il promontorio più bello del mondo.
Si saliva a piedi faticosamente, finché il Senato palermitano fece costruire nel 1725 un’ardita strada fra pini ed eucalipti. Palermo ha sempre onorato s. Rosalia, secondo le due festività stabilite nel 1630 da papa Urbano VIII, che le inserì nel ‘Martirologio Romano’, cioè il 15 luglio anniversario del ritrovamento delle reliquie e il 4 settembre giorno della morte della ‘Santuzza’; le feste specie quella di luglio durano una settimana, con la partecipazione di tutto il popolo e di tanti emigranti che ritornano per l’occasione.
La statua della ‘Santuzza’ circondata da altre statue, troneggia sulla cima della cosiddetta ‘macchina’ che è un carro a forma di nave, sul quale vi è anche una banda musicale, che viene trasportato per la città, il tutto viene chiamato “U Fistinu”.
La seconda festa del 4 settembre si svolge come un pellegrinaggio al santuario sul Monte Pellegrino, dove conglobando la grotta, si costruì un Santuario, la cui pittoresca facciata risale al XVII secolo, all’interno si sono accumulate tante opere d’arte dei vari secoli successivi; una parte è ancora a cielo aperto, le pareti sono coperte di ex voto e lapidi lasciate da illustri visitatori.
Una cancellata divide questa prima parte del santuario, dalla grotta nella quale sono presenti altari e opere d’arte singolari, che ricordano la presenza della santa; di fronte al luogo dove furono trovate le reliquie della ‘Santuzza’ sorge lo stupendo altare coperto da un baldacchino, con un sontuoso tabernacolo sormontato da una statua d’argento della santa, donati dal Senato di Palermo nel 1667. Sotto l’altare si venera la statua del 1625, che rappresenta s. Rosalia giacente in atto di esalare l’ultimo respiro e che fu rivestita d’oro per disposizione del re Carlo III di Borbone (1716-1788).
Alla grotta sul monte, insieme agli anonimi pellegrini, salirono a venerare la santa eremita, anche tanti illustri visitatori; autorità ecclesiastiche, principi, re, imperatori, letterati, poeti, musicisti, artisti.
Le reliquie deposte nell’artistica e massiccia urna d’argento, sono conservate nel Duomo di Palermo.


Autore: Antonio Borrelli
_______________________
Aggiunto il 7-Nov-2003
Letto da 6382 persone



ROSALIA
Also known as
La Santuzza (the little saint)
Memorial
4 September
Profile
Sicilian nobility, the daughter of Sinibald, Lord of Roses, and Quisquina. Descendant of Charlemagne. Raised around the royal Sicilian court. From her youth, Rosalia knew she was called to dedicate her life to God. When grown, she moved to cave near her parent's home, and lived in it the rest of her life; tradition says that she was led to the cave by two angels. On the cave wall she wrote "I, Rosalia, daughter of Sinibald, Lord of Roses, and Quisquina, have taken the resolution to live in this cave for the love of my Lord, Jesus Christ." Rosalia remained apart from the world, dedicated to prayer and works of penance for the sake of Jesus, and died alone.


In 1625, during a period of plague, she appeared in a vision to a hunter near her cave. Her relics were discovered, brought to Palermo, and paraded through the street. Three days later the plague ended, intercession to Rosalia was credited with saving the city, and she was proclaimed its patroness. The traditional celebration of Rosalia lasted for days, involved fireworks and parades, and her feast day was made a holy day of obligation by Pope Pius XI in 1927.
Born
c.1130 at Palermo, Sicily
Died
c.1160 apparently of natural causes; buried in her cave by workers collapsing it
Patronage
Isola delle Femine, Palermo, Sicily

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