축일:7월8일(7월9일)
성 그레고리오 주교 OFM와 동료 순교자(1회,수도3회,재속3회)
San Gregorio Maria Grassi Vescovo missionario, martire in Cina
Castellazzo Bormida (Alessandria), 13 dicembre 1833 - Tai-yuen-fu (Cina), 9 luglio 1900
성 안토니오 판토사티 주교 OFM
St. ANTONINO FANTOSATI
Also known as Antoninus Fantosati; Antonio Fantosati; Anthony Fantosat
Memorial : 9 July; 28 September as one of the Martyrs of China
Profile : Franciscan missionary bishop. Vicar apostolic for southern Hunan, China. One of the Martyrs of China, killed during the Boxer Rebellion.
Born :16 October 1842 at Santa Maria della Valle, Umbria, Italy
Died :martyred on 7 July 1900 in China
Beatified :24 November 1946 by Pope Pius XII
Canonized :1 October 2000 by Pope John Paul II
성 프란치스코 포골라 주교 OFM
St.FRANCESCO FOGOLLA
Also known as Frans Fogolla
Memorial : 9 July; 28 September as one of the Martyrs of China
Profile : Franciscan missionary bishop. One of the Martyrs of China.
Born : 4 October 1839 at Montereggio, Tuscany, Italy
Died : martyred in 1900 in China
Beatified : 24 November 1946 by Pope Pius XII
Canonized : 1 October 2000 by Pope John Paul II
약 25,000명의 중국 가톨릭 신자들이 1900년에 광신적인 반 외세 무장 반란 동안에 순교하였다.
이 중에서도 2,418명이 산서성과 하남성의 프란치스칸 선교의 보호 하에 있었던 신자들이다.
이들의 대표적인 사람으로는 3명의 주교인데
그레고리오 그라씨, 프란치스코 포골라, 안토니오 판토사티 등이다.
이들과 함께 박해를 받았던 사람들은 5명의 사제,
자기 수녀회의 첫 순교자로 기록되는 마리아의 전교자 프란치스코 수녀회 소속 7명의 수녀,
5명의 중국인 신학생 그리고 9명의 선교 봉사자들이 포함되어 있다.
이들 모두는 프란치스칸 가족에 속한다. 비오 12세가 이들 순교자들을 시복하고,
2000년 10월 1일 요한 바오로 2세 교황에 의해 시성되었다.
(꼰벤뚜알프란치스코수도회홈에서)
1900년 중국의 의화단 사건으로 희생된 수많은 순교자 중에는
세 명의 주교 그레고리오, 안토니오, 프란치스코와
네 명의 사제, 일곱 명의 수도 3회 수녀와 열다섯 명의 3회원(재속형제회) 이었다.
2000년 교황 요한 바오로 2세는 120명의 중국 순교자들을 성인으로 선포하였다.
*성녀 마리 에르민느와 동료 순교자들 축일:7월9일(게시판 1262번)
(마리아의 전교자 프란치스꼬회 일곱 명의 성녀들 FMM)
☞http://home.catholic.or.kr/gnbbs/ncbbs.dll/chinchang
하느님, 당신께서는 모든 사람이 구원되고, 모든 이가 진리를 알게 되기를 바라시니,
복된 그레고리오와 동료 순교자들의 전구를 들으시어,
모든 겨레가 당신께서 유일하고 참된 하느님이심을 깨닫게 하시고,
성자 우리 주 예수 그리스도를 당신께서 보내신 분이심을 알아뵙게 하소서.
성자께서는 성부와 성령과 함께 천주로서 영원히 살아계시며 다스리시나이다. 아멘.
- 발자취를 따라서(재속프란치스코회 지침서 517쪽에서)
성 아우구스티노 자오롱 사제와 동료 순교자
Santi Martiri Cinesi (Agostino Zhao Rong e 119 Compagni)
(9 luglio - Memoria Facoltativa, + dal 1648 al 1930 )
St.AUGUSTINE TCHAO
Also known as Augustin Zhao Rong
Memorial : 9 July; 28 September as one of the Martyrs of China
Profile : Soldier. Escorted Blessed John Gabriel Dufresse to Beijing, China during his missionary work. Convert. Priest. Worked in the Su-Tchuen province. Arrested for his faith and work, and died in prison. One of the Martyrs of China.
Died : 1815 due to poor conditions in prison
Beatified : 27 May 1900
Canonized : 1 October 2000 by Pope John Paul II
update 2007.8.3.
San Gregorio Maria Grassi Vescovo missionario, martire in Cina
9 luglio
>>> Visualizza la Scheda del Gruppo cui appartiene
Castellazzo Bormida (Alessandria), 13 dicembre 1833 - Tai-yuen-fu (Cina), 9 luglio 1900
Tra i martiri della violenta persecuzione provocata nel 1900, dai fanatici “Boxers” nell’impero cinese, appartengono all’ordine dei Frati Minori tre Vescovi: Gregorio Grassi, Antonino Fantosati, Francesco Fogolla; quattro sacerdoti, e un fratello religioso. Vi furono anche sette suore Missionarie Francescane di Maria e undici laici del Terz’ordine.
Il 1° ottobre del 2000, papa Giovanni Paolo II ha canonizzato un numeroso gruppo di 120 martiri in Cina; beatificati in precedenza in vari gruppi a partire dal 1746 con papa Clemente XIII, fino a Pio XII nel 1951.
E di questa folta schiera di martiri, che comprende vescovi, sacerdoti, catechisti, suore, religiosi, laici, che immolarono la loro vita per la fede, vittime dell’odio anticristiano, c’è un gruppo di 29, tutti appartenenti all’Ordine Francescano, uccisi dai fanatici ‘boxers’ il 9 luglio 1900 a Tai-yuen-fu.
Il gruppo capeggiato liturgicamente dal vescovo Gregorio Grassi, comprende 3 vescovi, 4 sacerdoti, 1 fratello religioso, 7 suore Francescane Missionarie di Maria, 11 laici cinesi del Terz’Ordine di s. Francesco e 3 laici fedeli cinesi; essi vennero beatificati il 27 novembre 1946 da papa Pio XII.
I ‘boxers’ erano un duplicato dell’antica e misteriosa associazione “Nenufaro bianco”, che era ostile alla dinastia Manciù e che durante il regno di Kia-king si credé di avere sterminato a furia di decapitazioni; invece i sopravvissuti poterono fuggire e rifugiarsi nella Cina del Sud, dove nel 1853 fondarono un breve regno durato solo 15 anni, chiamato “Regno celeste della pace”; defunto il loro primo sovrano si dispersero, continuando a provocare focolai rivoluzionari dovunque.
Alla fine del sec. XIX, nacque da essi la società del ‘Grande coltello’, dall’equivalente nome cinese, che finisce con il termine significante pugno, gli inglesi, riferendosi a questo termine ed agli esercizi fisici che facevano per acquistare agilità e potenza, li soprannominarono ‘Boxers’.
Detta società aveva come scopo la liberazione della Cina dagli stranieri e di conseguenza lo sterminio dei cristiani considerati loro complici. Nelle uccisioni preferivano i capi delle comunità cristiane, i catechisti, le maestre, i bambini anche di pochi giorni battezzati; con l’aiuto dei bonzi diffondevano contro i cristiani calunnie incredibili.
Con l’imperatrice madre Tz-Hsi i ‘Boxers’ poterono agire in piena libertà, specialmente nelle province intorno a Pechino; i cristiani per cercare di sfuggire alle aggressioni, si organizzarono in villaggi fortificati, ma i ‘boxers’ appoggiati a volte dalle truppe regolari, penetrarono dappertutto compiendo orrende carneficine, come nel villaggio di Tchou-kia-Ho dove furono massacrati migliaia di cristiani.
Di questa folla di martiri, la Chiesa ne ha beatificati una porzione, di cui si è potuto istituire delle pratiche con documentazioni: 85 in due gruppi nel 1946 e nel 1955, molti di loro come i 29 di cui parliamo, sono stati man mano canonizzati.
Gregorio Grassi il Vicario Apostolico dello Shan-si Meridionale, nacque il 13 dicembre 1833 a Castellazzo Bormida (Alessandria), da Giovan Battista Grassi e Paola Francesca Moccagatta, onesti borghesi e possidenti; al battesimo fu chiamato Pier Luigi.
Ad 11 anni ricevé la Prima Comunione, facendo il piccolo chierichetto nel Santuario della Madonna delle Grazie, molto venerata a Castellazzo e dintorni, e ai piedi di questo altare, sentì sbocciargli la vocazione religiosa, poi un incontro con due frati francescani venuti in pellegrinaggio al santuario da Bologna, gli fece prendere la decisione definitiva.
Nel 1848 con il consenso dei genitori, a 15 anni entrò nel Convento dei Frati Minori di Bologna; il 2 novembre dello stesso anno fu mandato a Montiano (Forlì) per il noviziato cambiando il nome di Pier Luigi in Gregorio Maria. Superato con forza e volontà il duro periodo del noviziato che in questo convento a sud di Cesena, era particolarmente rigido alla Regola, Gregorio Maria fece la sua professione il 14 dicembre 1849.
Da Montiano passò a Parma e poi a Bologna per completare gli studi liceali e teologici, avendo per compagni tanti futuri vescovi e missionari; nell’agosto 1856 venne ordinato sacerdote. Sentendo in lui sempre più forte l’ideale missionario, ottenne dai superiori di andare a Roma al fiorente Collegio Francescano per le Missioni.
Nel 1861 con un drappello di missionari figli di s. Francesco e con la benedizione di papa Pio IX, s’imbarcò per l’Estremo Oriente sostando per un certo tempo nella Palestina; ma arrivata a Porto Said una nave diretta al Tonchino, Gregorio corse a Suez ottenendo di far parte dell’equipaggio.
A fine ottobre 1861 egli giunse alla meta assegnatagli, lo Scian-tong, accolto da un suo lontano parente il Vicario Apostolico Moccagatta anch’egli di Castellazzo. Ma non restò molto nello Scian-tong, perché ebbe la disposizione di spostarsi nella lontana provincia cinese dello Scian-si con capitale Tai-yuen-fu, una delle città più celebri e antiche della Cina, a 780 metri sul mare. Per la sua conoscenza del cinese gli fu dato l’incarico di Rettore del seminario locale e confessore del numeroso orfanotrofio femminile, con la cura dei cristiani del circondario, cui si recava nelle feste principali per l’apostolato diretto.
Era particolarmente cultore del canto, che nelle modulazioni semplici dei cinesi, assumevano una struggente melodia, tutte le devozioni pubbliche in Cina sono accompagnate dal canto. Infondendo fra i suoi cari cinesi le energie di un’intensa attività giovanile, padre Gregorio Grassi trascorse i primi 12 anni, acquistando una preziosa esperienza dei luoghi e degli uomini, che sarà utilissima per la sua lunga carriera missionaria.
A 43 anni dopo la morte improvvisa di mons. Carnevale, coadiutore del Vicario Apostolico Moccagatta, molto anziano; padre Gregorio Maria Grassi fu scelto a succedergli e il 19 novembre 1876 venne consacrato vescovo titolare di Ortosia, con diritto di successione nello Shan-si, nella cattedrale di Tai-yuen-fu da parte del Vicario Apostolico di Pechino, che sostituì mons. Moccagatta gravemente ammalato.
Messosi subito all’opera, iniziò la visita pastorale nell’immenso territorio, basti dire che nell’aprile 1877 si recò nel distretto di Ta-tong-fu lontano ben 450 km. dalla capitale.
Mentre si raccoglievano i frutti di questa fervorosa attività, la Cina nel 1878 fu colpita da una di quelle spaventose carestie che spopolavano città e campagne; nel solo Shan-si la fame fece da 7 ad 8 milioni di vittime, la stessa Tai-yuen-fu ebbe 100.000 morti e dopo la carestia, come spesso accadeva, venne la peste e mons. Grassi fu uno dei primi ad essere colpito, mentre curava gli ammalati; stette sedici giorni fra la vita e la morte prima di riprendersi e scampare alla pestilenza.
Ripresasi dalla lunga convalescenza, si rimise in viaggio, prima sui “Monti Occidentali” poi alla Prefettura di Lu-ngan-fu; nel 1886 lo si trova al di là della Grande Muraglia, dappertutto visitando gli sperduti villaggi, ancora in preda alla miseria della passata carestia, confortando e confermando i cinesi cristiani che da tempo non vedevano un missionario, figuriamoci un vescovo.
La sua intensa, lunga attività missionaria è documentata dalla sua numerosa corrispondenza epistolare, dove racconta le conquiste apostoliche, la gioia delle conversioni, le tribolazioni subite, la consolazione di avere come collaboratori attivi missionari e buoni catechisti cinesi.
Il 6 settembre 1891 moriva il venerando mons. Moccagatta e quindi tutta la responsabilità del Vicariato dello Shan-si ricadde sulle spalle di mons. Grassi; il suo impegno aumentò e furono costruite Scuole di ogni tipo, ampliate quelle esistenti, consolidò il Seminario indigeno; facilitò e progettò il primo convento francescano nel 1891 a Tong-eul-kon.
Nei suoi 40 anni di missione, edificò, riparò o abbellì circa 60 chiese ed oratori; cominciò la costruzione del grande ospedale a Tai-yuen-fu, demolito durante la persecuzione; curò l’accoglienza e la crescita di oltre 200 orfanelle da lui affidate alle Suore chiamate ad aiutarlo.
Uomo integro e virtuoso, era di aspetto austero, magro, con barba veneranda e un parlare secco, amava la semplicità e povertà francescana; indossava la lunga tunica dei missionari cinesi, la croce pettorale di vescovo era di semplice ottone.
Il 27 giugno 1900, cominciarono a Tai-yuen-fu le avvisaglie della persecuzione operata dai ‘boxers’, comandati dal sanguinario viceré Yü-sien e scatenata dall’imperatrice settantenne Tz-hsi; furono bruciate le case e la chiesa dei Protestanti, i quali essendo più ricchi, furono attaccati per primi. Nonostante qualche tentativo non riuscito, di mettere in salvo i seminaristi e qualche sacerdote più anziano, il viceré l’indomani fece trasferire l’Orfanotrofio in una pagoda buddista.
Il 5 luglio i due vescovi Grassi e Fogolla che lo coadiuvava, i missionari, le suore, i seminaristi e dieci fedeli domestici cristiani, furono condotti con dei carri, scortati dai mandarini e dai soldati, che in teoria dovevano proteggerli, in un edificio-albergo, in pratica una specie di prigione, dove rimasero fino al 9 luglio 1900, quando con un inganno, furono tutti trasportati nel cortile del tribunale di Tai-yuen-fu verso le quattro del pomeriggio e lì a colpi di sciabolate vennero tutti massacrati e molti decapitati, per ultime le suore; anche i Protestanti subirono la stessa sorte.
I loro corpi mutilati, furono lasciati all’offesa della plebaglia pagana fino a sera, furono poi ammassati in una fossa comune alle mura della città, presso la Grande Porta Orientale, dove rimasero per tre giorni, in pasto ai cani ed agli uccelli rapaci. Poi per paura di una pestilenza, furono sepolti alla rinfusa fuori le mura, assieme alle ossa anonime di mendicanti e giustiziati. Solo con l’intervento delle Potenze Occidentali i ‘boxers’ vennero dispersi e a gennaio del 1901 vennero esumati i corpi per dare loro una onorevole sepoltura.
Autore: Antonio Borrelli
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Aggiunto il 30-Jul-2003
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ANTONINO FANTOSATI
Also known as
Antoninus Fantosati; Antonio Fantosati; Anthony Fantosat
Memorial
9 July; 28 September as one of the Martyrs of China
Profile
Franciscan missionary bishop. Vicar apostolic for southern Hunan, China. One of the Martyrs of China, killed during the Boxer Rebellion.
Born
16 October 1842 at Santa Maria della Valle, Umbria, Italy
Died
martyred on 7 July 1900 in China
Beatified
24 November 1946 by Pope Pius XII
Canonized
1 October 2000 by Pope John Paul II
Den hellige Antoninus Fantosati (1842-1900)
Minnedag: 28. september
En av De 29 martyrene fra det kinesiske bokseropprøret. En av de hellige martyrene fra Kina (Den hellige Augustin Zhao Rong og hans 119 ledsagere)
Den hellige Antoninus (it: Antonino) ble født som Antonius (Antonio) Fantosati den 16. oktober 1842 i Santa Maria della Valle nær Trevi i Umbria i Italia. Han var sønn av Domenico Fantosati og Maria Bompadre i en fattig familie. Han gikk på skole hos fransiskanerne (Ordo Fratrum Minorum - OFM) i klosteret San Martino i Trevi og trådte senere inn hos dem i provinsen Assisi. Hans novisiat var i klosteret i Spineta. Da Garibaldis tropper okkuperte Umbria i 1860, tok han tilflukt i det som var igjen av Kirkestaten og fullførte sine studier i Cerreto. Han avla sine høytidelige løfter den 28. juli 1862. Han ble presteviet i Carpineto Romano, assistert av sin gudfar, som var bror av pave Leo XIII (1878-1903), og feiret sin første messe der den 13. juni 1865.
To år senere aksepterte han en invitasjon fra generalmagisteren, p. Bernardin av Portogruaro, om å bli misjonær i Kina som en av en gruppe på ni ledet av Msgr. Zanoli OFM, apostolisk vikar av Hubei. En av dem var den hellige presten Elias Facchini. Han forlot Trevi den 10. oktober 1867, besøkte Hong Kong den 30. november og kom til Wuchang i Hubei [Hupeh] den 15. desember. Den 6. januar 1868 kom han til Shiyan helt i nord, 40 mil fra hovedstaden Laohekou [Laohekow; Lao-ho-Kow]. I 1870 ble han utnevnt til sogneprest av Shiyan, og fem år senere ble han overført til Laohekou. Han var respektert av både kristne og ikke-kristne og ble venner med folk fra alle klasser.
Etter å ha tjent de kristne menighetene i ni år, og etter at Msgr. Billi døde, ble han utnevnt til apostolisk administrator av Øvre Hubei den 22. juni 1878. I 1880, etter å ha deltatt på regionalsynoden i Hankou, ble han valgt til generalvikar av Msgr. Banci, den apostoliske vikaren. Antoninus var en meget effektiv forkynner og misjonær og grunnla at veritabelt nettverk av katolske institusjoner. Blant annet fikk han bygd de vakre og majestetiske katedralene i Laohekou og Cia-yuen-Kou.
Etter 25 år i Kina ble han den 11. juli 1892 utnevnt til apostolisk vikar av Sør-Hunan og bispeviet som titularbiskop av Adraa. Men han var blitt så populær i Hubei at 300 troende der forsøkte å blokkere hans avreise. Hunan skulle for ham bli et land av kamp og sorg. Da han kom dit, oppdaget han at fremmedhatet der var svært fremtredende, og det var også et vanskelig område på grunn av myndighetenes undertrykkelse og befolkningens likegyldighet. Han forutså at forfølgelser kunne komme, og forberedte seg modig på det.
I 1900 brøt det såkalte bokseropprøret ut i Kina. For bakgrunn, se De 29 martyrene fra det kinesiske bokseropprøret. Det startet i provinsen Shantung, hvor bokserne nedkjempet europeerne. Deretter flammet det opp i provinsen Hunan den 4. juli 1900 med vandalisme og ødeleggelser av hus, kirker og barnehjem i byen Hengyang [Hengchow; Heng-tciou-fu], ledsaget av ropet «Død over europeerne!». Derfra spredte opprøret seg raskt og rammet alle kristne forsamlinger i vikariatet, og på kort tid ble alt plyndret og ødelagt - kirker, hjem og institusjoner. Kristne familier ble også utplyndret, mens mandarinene fortsatte å utstede nye forfølgelsesdekreter. Noen av de kinesiske geistlige klarte å forkle seg og redde seg unna. Andre gikk i skjul, mens andre ble drept.
Biskop Fantosati var ute på et pastoralt besøk sammen med sin assistent, den hellige fransiskanerpateren Josef Maria Gambaro, da han den 6. juli fikk høre om opprøret i Hengyang to dager før. Da løftet han sine øyne mot himmelen og ba: «Non nostra, sed tua voluntas» (ikke vår, men Din vilje skje), og tilføyde det kinesiske ordtaket: «For dem var det frokost; for oss kveldsmat». P. Gambaro oppfordret biskopen om ikke å returnere til Hengyang, men han sa at han måtte være hos sine sognebarn: «Hvis vi må dø, skal vi dø sammen». De skyndte seg langs elven til Hengyang, og da de nærmet seg byen, fikk de vite at den hellige p. Caesidius Giacomantonio var blitt levende brent og at kirken og barnehjemmet var blitt ødelagt.
Da de steg ut av båten, ble den angrepet av bokserne i en flåte fiskerbåter. Biskopen fikk i farten ikke betalt rormannen, men ga ham i stedet bisperingen sin i pant. Fra elvebredden forsøkte han å roe ned mengden, men han ble slått i bakken med et slag i hodet fra en åre. Steiner og slag regnet over ham mens han gjentok navnene Jesus og Maria. Da han lå der livløs, tok en hedning et bambusrør forsterket med metallnagler og drev det inn i kroppen hans. Martyren vred seg i smerte, og klarte med sine siste krefter å slite røret ut av seg. Men så ble han spiddet en gang til. Etter to timers smertefull dødskamp døde han, 58 år gammel. P. Gambaro ble drept av steiningen. Martyrene i Hunan ble brent, og deretter ble asken spredt i elven.
Antoninus ble saligkåret den 24. november 1946 som en av gruppen «Gregor Grassi og hans 28 ledsagere» av pave Pius XII (1939-58). Han ble helligkåret den 1. oktober 2000 på Petersplassen i Roma av pave Johannes Paul II som en av de 120 martyrene fra Kina (den hellige Augustin Zhao Rong og hans 119 ledsagere).
De 120 martyrene fra Kina har minnedag 28. september. Denne gruppens minnedag er ellers 9. juli.
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FRANCESCO FOGOLLA
Also known as
Frans Fogolla
Memorial
9 July; 28 September as one of the Martyrs of China
Profile
Franciscan missionary bishop. One of the Martyrs of China.
Born
4 October 1839 at Montereggio, Tuscany, Italy
Died
martyred in 1900 in China
Beatified
24 November 1946 by Pope Pius XII
Canonized
1 October 2000 by Pope John Paul II
Den hellige Frans Fogolla (1839-1900)
Minnedag: 28. september
En av De 29 martyrene fra det kinesiske bokseropprøret. En av de hellige martyrene fra Kina (Den hellige Augustin Zhao Rong og hans 119 ledsagere)
Den hellige Frans (it: Francesco) Fogolla ble født den 4. oktober1839 i Montereggio in Lunigiana i bispedømmet Pontremoli i Toscana i Italia. Han var sønn av Gioacchino Fogolla og Elisabetta Ferrari, som ga ham en sunn moralsk oppdragelse. Familien flyttet til Parma i Romagna, og det var der han kom i kontakt med fransiskanerne (Ordo Fratrum Minorum - OFM) og følte misjonærkallet. Han trådte inn i ordenen i 1858 og avla løftene den 21. august 1859. Etter studier i filosofi i Cortemaggiore og Bologna studerte han teologi i Parma, hvor han ble presteviet den 19. september 1863. Han ble forberedt til Kina-misjonen i San Bartolomeo på Tiberøya i Roma, og den 13. desember 1866 reiste han ut til Kina.
Han dro til Taiyuan [T''ai-yüan] i provinsen Shanxi [Shansi] sammen den hellige biskop Gregor Grassi. Han arbeidet først som misjonær i distriktets nordlige deler, og senere lenger sør i Jixian [Ki-sien] og Pingyang. Han ble generalvikar for de sørlige regionene og arbeidet med å fordype sin forståelse av kinesisk klassisk litteratur. Han imponerte sine kinesiske studenter med sin innsikt. Han arbeidet for å bedre moralen i de områdene han virket, og han forsvarte menighetene mot de ikke-kristnes angrep og forhånelse. Hans anseelse i det kinesiske samfunn vokste.
På grunn av dette, og ikke minst på grunn av sin flytende beherskelse av kinesisk, ble han kalt av biskop Moccagatta til å preke på de to kinesiske synoder i 1880 og 1885. Han ble tilbakekalt til Taiyuan på grunn av sykdom, og i noen år fryktet man for hans liv. Da han ble frisk, ble han utnevnt til generalvikar for regionen Tianjin [Tientsin]. I 1897 besøkte han og fire seminarister verdensutstillingen i Torino, og det ble en utmerket anledning til å fremme misjonens sak i Europa. De reiste også til Frankrike, Belgia og England og samle inn mye penger til misjonen. I august 1898 ble Frans utnevnt til biskop Grassis koadjutor-biskop, og han ble bispeviet i Paris den 24. august som titularbiskop av Bagis. Han vendte tilbake til Kina den 12. mars 1899 med ni unge misjonærer og syv søstre fra kongregasjonen «fransiskanske misjonssøstre av Maria» (FMM) - to belgiske, tre franske og to italienske. Søstrene skulle senere lede martyrdøden sammen med ham.
I 1900 brøt det såkalte bokseropprøret ut i Kina. For bakgrunn, se De 29 martyrene fra det kinesiske bokseropprøret. Det startet i provinsen Shantung, hvor bokserne nedkjempet europeerne. I mai 1900 var den notorisk anti-kristne Yu Xian [Jü-Sien; Yu Hsien] blitt utnevnt til visekonge eller guvernør i Taiyuan i Shanxi, hvor vikariatets presteseminar lå. Frans'' bror skrev til ham og bad ham innstendig om å vende hjem til Italia, men han svarte at han ville bli der og møte martyrdøden. Den 27. juni angrep bokserne protestantenes misjon i byen, og biskop Grassi bestemte at seminaret skulle stenges. Han hadde avvist forslaget fra en vennlig mandarin, støttet av noen av fransiskanerne, om at de skulle ty til væpnet motstand mot bokserne.
Fem av studentene ble tatt og satt i fengsel i en bygning som var kjent som «Herberget for himmelsk fred». Dit ble også de syv søstrene tatt med. Til herberget brakte man også biskop Fogolla, fransiskanerprestene Elias Facchini og Theoderik Balat og den fransiskanske legbroren Andreas Bauer.
Den 9. juli brøt bokserne seg inn i en nærliggende protestantisk misjon, hvor alle 34 innbyggerne ble drept. Katolikkene ble tatt med ut fra «Herberget for himmelsk fred» og ført til bort på en rekke, først biskopene Grassi og Fogolla, deretter prestene, søstrene, seminaristene og seminarets betjening. Sammen med dem gikk en rekke soldater med fast grep om våpnene, som om de var redde for at fangene skulle forsøke å flykte. Biskop Grassi sa: «La oss gå i fred, vi gjør ikke motstand». De ble raskt ført fra fengselet til visekongens hoff, ledsaget av hånlige tilrop fra soldatene og skrik og forbannelser fra boksere langs veien. I hoffet satt Yu Xian til doms. Han beordret alle fangene til å knele på en lang rekke foran ham, og begynte forhøret med å spørre ut biskop Fogolla:
- Hvor lenge har du vært i Kina, og hvor mange mennesker har du skadet (ved å gjøre dem til kristne)?
- Vi har vært i Kina i mange år, og vi har aldri skadet noen. Tvert i mot har vi hjulpet mange.
- Og hvilken medisin er det dere gir til folk for å gjøre dem kristne, slik at til og med gutter blir så utholdende og sta at de ikke vil oppgi denne religionen? ... Vær snar og fortell meg hvilken motgift som kan oppheve virkningen av denne medisinen, slik at de kristne kan oppgi din religion og oppgi sin stahet.
- Vi gir ingen medisin som gjør folk kristne, og de er fullstendig fri. Men de vet selv at det er deres plikt å ikke fornekte sin tro, fordi de er overbevist at det ville være ondt, og at det er en synd ikke å tilbe himmelens Gud.
Yu Xian dirret av sinne og slo biskopen to ganger med knyttneven, og ropte: «Drep dem! Drep dem!». Soldatene stormet inn og trakk dem straks ut av hoffsalen. Biskop Grassi ga gruppen absolusjonen, før han og biskop Fogolla ble drept av Yu Xian selv med et sverd. Soldatene slaktet ned de andre med sine sverd, først misjonærene, så seminaristene og seminarstaben. Drapene ble utført med mer eller mindre grusomhet, alt etter soldatenes ferdighet med sverdet og sverdets skarphet eller sløvhet, og det hatet som drev dem. Til slutt ble søstrene halshogd, og deretter vendte bokserne, som fryktet himlenes hevn, sine geværer mot himmelen og fyrte av for å jage bort åndene. Mens massakren fant sted, var det mange i byen Tsentinfu, som ligger 20 mil unna, som i retning Taiyuan så en blodrød kule og en rekke lysglimt som forandret seg til ildkuler.
Martyrenes levninger ble gjenstand for ytterligere hån fra soldater, boksere og mengden, og deretter ble de kastet i en grop ved bymuren nær østporten. Da graven senere ble åpnet, sies det at bakken akkurat der var dekket av ren, hvit snø. Det fikk visekongen til å utbryte: «Disse utlendingene var i sannhet gode mennesker, for himmelen har selv tatt del i deres begravelse». Regjeringen opprettet senere minnesmerker hvor de ble drept og hvor de ble gravlagt.
Frans ble saligkåret den 24. november 1946 som en av gruppen «Gregor Grassi og hans 28 ledsagere» av pave Pius XII (1939-58). Han ble helligkåret den 1. oktober 2000 på Petersplassen i Roma av pave Johannes Paul II som en av de 120 martyrene fra Kina (den hellige Augustin Zhao Rong og hans 119 ledsagere).
De 120 martyrene fra Kina har minnedag 28. september. Denne gruppens minnedag er ellers 9. juli.
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Santi Martiri Cinesi (Agostino Zhao Rong e 119 Compagni)
9 luglio - Memoria Facoltativa
+ dal 1648 al 1930
Emblema:Palma
E'' presente nel Martirologio Romano. Santi Agostino Zhao Rong, sacerdote, Pietro Sans i Jordá, vescovo, e compagni, martiri, che in varie epoche e luoghi della Cina testimoniarono coraggiosamente il Vangelo di Cristo con la parola e con la vita e, caduti vittime di persecuzioni per aver predicato o professato la fede, furono ristorati al glorioso banchetto del cielo.
Fin dalle più lontane origini del popolo cinese (circa verso la metà del III millennio avanti Cristo) il sentimento religioso verso l''Essere Supremo e la pietà filiale e devota verso gli antenati defunti sono le caratteristiche più spiccate della sua millenaria cultura.
Questa nota di netta religiosità si ritrova, dove più e dove meno, nei cinesi di tutti i secoli, fino al nostro, quando sotto l''influsso dell''ateismo occidentale, alcuni intellettuali, specialmente quelli educati all''estero, hanno voluto sbarazzarsi, come alcuni dei loro maestri occidentali, di ogni idea religiosa.
Nel secolo V il Vangelo venne annunziato in Cina e, all''inizio del VII, fu ivi eretta la prima chiesa. Durante la dinastia T''ang (618-907) la comunità dei cristiani fiorì per due secoli. Nel XIII secolo la comprensione del popolo cinese e delle sue culture che un missionario come Giovanni da Montecorvino seppe avere, fecero sì che potesse darsi avvio alla prima missione cattolica nel "Regno di mezzo" con sede vescovile a Beijin.
Non stupisce che specialmente nell''epoca moderna (cioè dal XVI secolo, quando le comunicazioni fra oriente ed occidente incominciarono ad essere in certo modo più frequenti), ci sia stato da parte della Chiesa Cattolica l''anelito di portare a questo popolo la luce del Vangelo, affinché questa arricchisse ancora di più il tesoro di tradizioni culturali e religiose tanto ricche e profonde.
A partire dunque dalle ultime decadi del sedicesimo secolo vari missionari cattolici furono inviati alla Cina: persone come Matteo Ricci ed altri erano stati scelti con grande accuratezza tenendo presenti, oltreché il loro spirito di fede e di amore, le loro capacità culturali e le loro qualifiche in vari campi della scienza, specialmente dell''astronomia e matematica. Fu infatti grazie a questi e all''apprezzamento che i missionari dimostrarono per il notevole spirito di ricerca presente presso gli studiosi cinesi, che poterono essere stabiliti rapporti di collaborazione scientifica molto proficui. Questi servirono a loro volta ad aprire molte porte, perfino quelle della corte imperiale, e con ciò ad intessere relazioni molto proficue con varie persone di grandi capacità.
La qualità della vita religiosa di questi missionari fu ciò che indusse non poche persone di alto livello a sentire il bisogno di conoscere meglio lo spirito evangelico che li animava e, quindi, di essere istruiti nei riguardi della religione cristiana: il che fu fatto in maniera confacente alle loro caratteristiche culturali e al modo di pensare. Alla fine del XVI secolo ed all''inizio del XVII, numerosi furono coloro che, una volta ottenuta la dovuta preparazione, chiesero il battesimo e divennero ferventi cristiani, sempre mantenendo con giusta fierezza la loro identità di cinesi e la loro cultura.
Il cristianesimo fu visto in quel periodo come una realtà che non si opponeva ai più alti valori delle tradizioni del popolo cinese, né si sovrapponeva ad essi, ma li arricchiva di una nuova luce e dimensione.
Grazie agli ottimi rapporti esistenti fra alcuni missionari e lo stesso imperatore K''ang Hsi; grazie ai loro servizi resi per ristabilire la pace tra lo "zar" della Russia e il "figlio del cielo", cioè l''imperatore, questi emanò nel 1692 il primo decreto di libertà religiosa in virtù del quale tutti i suoi sudditi potevano seguire la religione cristiana e tutti i missionari potevano predicarla nei suoi vasti domini.
Di conseguenza l''azione missionaria e la diffusione del messaggio evangelico si svilupparono notevolmente e molti furono i cinesi che, attratti dalla luce di Cristo, domandarono di poter ricevere il battesimo.
Purtroppo però la penosa questione dei "riti cinesi" irritò l''imperatore K''ang Hsi e preparò il terreno alla persecuzione (fortemente influenzata da quella del vicino Giappone) dove più dove meno, aperta o subdola, violenta o velata, che praticamente si estese con successive ondate dalla prima decade del secolo XVII a circa la metà del secolo XIX, uccidendo missionari e fedeli laici e distruggendo non poche chiese.
Fu proprio il 15 gennaio 1648 che i Tartari Manciù, avendo invaso la regione del Fujian e dimostrandosi ostili alla religione cristiana, uccisero il Beato Francesco Fernández de Capillas, sacerdote dell''Ordine dei Frati Predicatori. Dopo averlo imprigionato e torturato, lo decapitarono mentre recitava con altri i misteri dolorosi del Rosario.
Il Beato Francesco Fernández de Capillas è stato riconosciuto dalla Santa Sede come Protomartire della Cina.
Verso la metà del secolo seguente, il XVIII, altri cinque missionari spagnoli, che avevano svolto la loro attività fra gli anni 1715-1747, vennero essi pure uccisi come conseguenza di una nuova ondata di persecuzione iniziata nel 1729 e con epigoni recrudescenti nel 1746. Era l''epoca degli imperatori Yung-Cheng e del figlio di lui K''ien-Lung.
Beato Pietro Sans i Yordà, O.P, Vescovo, fu ucciso a Fuzou nel 1747.
Beato Francesco Serrano, O.P., Sacerdote,
Beato Gioacchino Royo, O.P., Sacerdote,
Beato Giovanni Alcober, O.P., Sacerdote,
Beato Francesco Díaz, O.P., Sacerdote,
furono tutti e quattro uccisi il 28 ottobre 1748.
Una nuova fase di regime persecutorio nei riguardi della religione cristiana venne poi a verificarsi nel secolo XIX.
Mentre il cattolicesimo era stato autorizzato da alcuni Imperatori dei secoli precedenti, l''Imperatore Kia-Kin (1796-1821) pubblicò invece numerosi e severi decreti contro di esso. Il primo risale al 1805; due editti del 1811 erano diretti contro coloro fra i cinesi che studiavano per ricevere gli ordini sacri e contro i sacerdoti propagatori della religione cristiana. Un decreto del 1813 esonerava da ogni castigo gli apostati volontari, cioè i Cristiani che dichiaravano spontaneamente di abbandonare la fede cristiana, però colpiva tutti gli altri.
In questo periodo subì il martirio il Beato Pietro Wu, laico catechista, cinese. Nato da famiglia pagana, ricevette il battesimo nel 1796 e passò il restante della sua vita annunziando la verità della religione cristiana. Tutti i tentativi per farlo apostatare furono vani. Emessa la sentenza di morte contro di lui, fu strangolato il 7 novembre 1814.
A questi fece seguito nella fedeltà a Cristo il Beato Giuseppe Zhang-Dapeng, laico catechista, commerciante, battezzato nel 1800 e divenuto poi l''anima della missione nella città di Kouy-Yang. Imprigionato, morì strangolato il 12 marzo 1815.
In questo anno (1815) vennero emessi altri due Decreti con i quali si approvava la condotta del Vicerè del Sichuan che aveva fatto decapitare Mons. Dufresse, delle Missioni Estere di Parigi, e parecchi cristiani cinesi. Ne conseguì un inasprimento della persecuzione.
Sono di quel periodo i seguenti martiri:
Beato Giovanni Gabriele Taurin Dufresse, M.E.P., Vescovo, arrestato il 18 maggio 1815, condotto a Chengdu, condannato e giustiziato il 14 settembre 1815.
Beato Agostino Zhao Rong, Sacerdote diocesano cinese che, essendo prima uno dei soldati che scortarono Mons. Dufresse da Chengdu a Beijin, era rimasto commosso dalla pazienza di questi ed aveva quindi chiesto di essere annoverato fra i neofiti: una volta battezzato, era stato mandato al Seminario e poi ordinato sacerdote. Arrestato, ebbe a soffrire crudelissimi supplizi e poi morì nel 1815.
Beato Giovanni da Triora, O.F.M., Sacerdote, messo in prigione insieme ad altri nell''estate del 1815, fu poi condannato a morte e morì strangolato il 7 febbraio 1816.
Beato Giuseppe Yuan, Sacerdote diocesano cinese, che, avendo ascoltato Mons. Dufresse parlare delle fede cristiana, era rimasto conquiso dalla bellezza di questa e quindi divenuto un esemplare neofita. Più tardi, ordinato sacerdote e, come tale, dedito alla evangelizzazione in vari distretti; venne arrestato nell''agosto 1816, condannato allo strangolamento e in tal modo ucciso il 24 giugno 1817.
Beato Francesco Regis Clet della Congregazione della Missione, che dopo aver ottenuto il permesso di andare nelle missioni di Cina, si era imbarcato per l''Oriente nel 1791. Pervenutovi, trascorse per trent''anni una vita sacrificata di missionario: sostenuto da uno zelo indefesso, evangelizzò tre immense Province dell''Impero Cinese: il Jiangxi, l''Hubei e l''Hunan. Tradito da un cristiano, fu arrestato e gettato in prigione ove subì atroci supplizi. Con sentenza dell''Imperatore egli venne ucciso per strangolamento il 17 febbraio 1820.
Beato Taddeo Liu, Sacerdote diocesano, cinese, che rifiutò di apostatare, dicendo che era sacerdote e voleva essere fedele alla religione che aveva predicato. Condannato a morte fu strangolato il 30 novembre 1823.
Beato Pietro Liu, laico catechista, cinese, arrestato nel 1814 e condannato all''esilio in Tartaria, ove rimase per quasi venti anni. Ritornato in patria fu nuovamente arrestato e strangolato il 17 maggio 1834.
Beato Gioacchino Ho, laico catechista, cinese, fu battezzato all''età di circa 20 anni. Nella grande persecuzione del 1814 era stato preso con molti altri fedeli e sottoposto a crudeli torture. Inviato in esilio in Tartaria, vi rimase poi quasi vent''anni; ritornato in patria fu arrestato nuovamente e si rifiutò di apostatare. In seguito a ciò, una volta confermata la sentenza di morte da parte dell''Imperatore, fu strangolato il 9 luglio 1839.
Beato Augusto Chapdelaine, M.E.P., sacerdote della Diocesi di Coutances. Entrato nel Seminario delle Missioni Estere di Parigi, si imbarcò diretto alla Cina nel 1852; egli giunse nel Guangxi alla fine del 1854. Arrestato nel 1856, torturato, condannato a morire nella gabbia, spirò nel febbraio 1856.
Beato Lorenzo Bai Xiaoman, laico, cinese, modesto operaio, che accompagnò il Beato Chapdelaine nell''asilo che era stato offerto al missionario e venne con lui arrestato e condotto al tribunale. Niente poté farlo apostatare. Fu decapitato il 25 febbraio 1856.
Beata Agnese Cao-Guiying, vedova, era nata da antica famiglia cristiana; essendosi dedicata all''istruzione delle giovani ragazze recentemente convertite dal B. Chapdelaine, fu arrestata e condannata a morire nella gabbia, fu giustiziata il 1 marzo 1856.
Il 28 gennaio 1858, per ordine del mandarino di MaoKou (nella provincia di Guizhou), furono uccisi tre catechisti, conosciuti come Martiri di MaoKou:
Beato Girolamo Lu Tingmei,
Beato Lorenzo Wang Bing,
Beata Agata Lin Zao.
Tutti e tre erano stati richiesti di rinunciare alla religione cristiana ed avendo essi dato risposta negativa furono condannati alla decapitazione.
Il 29 luglio 1861 subirono contemporaneamente il martirio due seminaristi e due laici, dei quali uno era coltivatore e l''altra una vedova che prestava la sua opera come cuoca nel seminario. Essi sono noti come Martiri di Qingyanzhen (Guizhou):
Beato Giuseppe Zhang Wenlan, seminarista,
Beato Paolo Chen Changpin, seminarista,
Beato Giovanni Battista Luo Tingying, laico,
Beata Marta Wang-Luo Mande, laica.
Nell''anno seguente, il 18 e 19 febbraio 1862, diedero la vita per Cristo altre 5 persone, conosciute come Martiri di Guizhou, e cioè:
Beato Giovanni Pietro Néel, Sacerdote delle Missioni Estere di Parigi,
Beato Martino Wu Xuesheng, laico catechista,
Beato Giovanni Zhang Tianshen, laico catechista,
Beato Giovanni Chen Xianheng, laico catechista,
Beata Lucia Yi Zhenmei, laica catechista.
Nel frattempo si erano verificati, nel campo della politica, alcuni episodi che ebbero notevoli ripercussioni sulla vita delle missioni cristiane.
Nel giugno 1840 il Commissario imperiale di Guangdong, volendo a ragione sopprimere il commercio dell''oppio che era in mano agli inglesi, aveva fatto gettare in mare più di 20 mila casse di questa droga. Era stato questo il pretesto dell''immediata guerra, vinta dagli inglesi. Conclusasi questa, la Cina dovette firmare nel 1842 il primo trattato internazionale dei tempi moderni, seguito ben presto da altri con l''America e la Francia. Approfittando dell''occasione, la Francia si sostituì al Portogallo come potenza protettrice delle missioni e venne di conseguenza emanato un doppio decreto: l''uno del 1844 per cui era permesso ai Cinesi di seguire la religione cattolica e l''altro nel 1846 con il quale le antiche pene contro i cattolici venivano soppresse.
La Chiesa poté da allora vivere all''aperto ed esercitare la sua azione missionaria, sviluppandola anche nell''ambito della educazione superiore, universitaria e della ricerca scientifica.
Con il moltiplicarsi di vari Istituti culturali ad alto livello e grazie alla loro ben apprezzata attività, vennero gradualmente a stabilirsi dei legami sempre più profondi fra la Chiesa e la Cina con le sue ricche tradizioni culturali.
Questa collaborazione con le autorità cinesi favorì in modo crescente il mutuo apprezzamento e la condivisione di quei veri valori che devono reggere ogni società civile.
Trascorse così un secolo di espansione delle missioni cristiane, fatta eccezione per il periodo in cui si abbatté su di esse la sciagura della insurrezione dell''"Associazione della giustizia e dell''armonia" (comunemente nota come dei ''Boxers'') che si verificò all''inizio del secolo XX e causò lo spargimento di sangue di molti cristiani.
È noto che in questa rivolta confluirono tutte le società segrete e l''odio accumulato e represso contro gli stranieri degli ultimi decenni del secolo XIX a causa delle vicissitudini politiche e sociali seguite alla "guerra dell''oppio" e all''imposizione dei cosiddetti "Trattati disuguali" da parte delle Potenze Occidentali.
Ben diverso però fu il movente della persecuzione dei Missionari anche se erano di nazionalità europea. Il loro eccidio fu determinato da una causa puramente religiosa: furono uccisi per lo stesso motivo col quale lo furono i fedeli cinesi che si erano fatti cristiani. Documenti storici ineccepibili mettono in evidenza l''odio anticristiano dal quale furono spinti i ''Boxers'' a trucidare i Missionari e i fedeli locali che avevano aderito alla loro dottrina. Nei loro riguardi fu emesso un editto il 1 luglio 1900, in cui si diceva, in sostanza, che ormai il tempo delle buone relazioni con i Missionari europei e i loro cristiani era passato: che i primi dovevano essere subito rimpatriati e i fedeli costretti all''apostasia, pena la morte.
In conseguenza a ciò si verificò il martirio di alcuni missionari e di molti cinesi che si raggrupparono nei gruppi seguenti:
a) Martiri dello Shanxi, uccisi il 9 luglio 1900, che sono Frati Minori Francescani:
Beato Gregorio Grassi, Vescovo,
Beato Francesco Fogolla, Vescovo,
Beato Elia Facchini, Sacerdote,
Beato Teodorico Balat, Sacerdote,
Beato Andrea Bauer, Religioso Fratello;
b) Martiri dell''Hunan Meridionale, uccisi il 7 luglio 1900, che sono essi pure Frati Minori Francescani:
Beato Antonino Fantosati, Vescovo,
Beato Giuseppe Maria Gambaro, Sacerdote,
Beato Cesidio Giacomantonio, Sacerdote ( 4 luglio).
Ai martiri francescani del Primo Ordine si aggiungono sette Francescane Missionarie di Maria, delle quali 3 francesi, 2 italiane,1 belga e 1 olandese:
Beata Maria Ermellina di Gesù (al sec.: Irma Grivot),
Beata Maria della Pace (al sec.: Maria Anna Giuliani),
Beata Maria Chiara (al sec.: Clelia Nanetti),
Beata Maria di Santa Natalia (al sec.: Giovanna Maria Kerguin),
Beata Maria di San Giusto (al sec.: Anna Moreau),
Beata Maria Adolfina (al sec.: Anna Dierk),
Beata Maria Amandina (al sec.: Paola Jeuris).
Dei martiri cinesi della famiglia francescana fanno pure parte 11 Francescani secolari, tutti cinesi:
Beato Giovanni Zhang Huan, seminarista,
Beato Patrizio Dong Bodi, seminarista,
Beato Giovanni Wang Rui, seminarista,
Beato Filippo Zhang Zhihe, seminarista,
Beato Giovanni Zhang Jingguang, seminarista,
Beato Tommaso Shen Jihe, laico, domestico,
Beato Simone Qin Cunfu, catechista laico,
Beato Pietro Wu Anbang, laico,
Beato Francesco Zhang Rong, laico agricoltore,
Beato Mattia Feng De, laico neofita,
Beato Pietro Zhang Banniu, laico operaio.
Ad essi si aggiungono alcuni fedeli laici cinesi:
Beato Giacomo Yan Guodong, agricoltore,
Beato Giacomo Zhao Quanxin, domestico,
Beato Pietro Wang Erman, cuoco.
Quando la rivolta dei ''Boxers'', iniziata nello Shandong, diffusasi poi nello Shanxi e nell''Hunan, raggiunse anche lo Tcheli Orientale Meridionale, allora Vicariato Apostolico di Xianxian, affidato ai Gesuiti, i cristiani uccisi si contarono a migliaia.
Fra questi si trovarono 4 missionari gesuiti francesi e ben 52 laici cristiani cinesi, uomini, donne e bambini, il più anziano dei quali aveva l''età di 79 anni, mentre i due più giovani soltanto 9 anni. Tutti subirono il martirio nel mese di luglio 1900; molti di essi furono uccisi nella Chiesa del Villaggio di Tchou-Kia-ho in cui si erano rifugiati ed erano in preghiera insieme ai primi due dei missionari qui sotto elencati:
Beato Leo Mangin, S.J., sacerdote,
Beato Paolo Denn, S.J., sacerdote,
Beato Remigio Isoré, S.J., sacerdote,
Beato Modesto Andlauer, S.J., sacerdote.
I nomi e l''età dei laici cristiani cinesi sono i seguenti:
Beata Maria Zhu nata Wu, di circa 50 anni,
Beato Pietro Zhu Rixin, di 19 anni,
Beato Giovanni Battista Zhu Wurui, di 17 anni,
Beata Maria Fu Guilin, di 37 anni,
Beata Barbara Cui nata Lian, di 51 anni,
Beato Giuseppe Ma Taishun, di 60 anni,
Beata Lucia Wang Cheng, di 18 anni,
Beata Maria Fan Kun, di 16 anni,
Beata Maria Chi Yu, di 15 anni,
Beata Maria Zheng Xu, di 11 anni,
Beata Maria Du nata Zhao, di 51 anni,
Beata Maddalena Du Fengju, di 19 anni,
Beata Maria Du nata Tian, di 42 anni,
Beato Paolo Wu Anjyu, di 62 anni,
Beato Giovanni Battista Wu Mantang, di 17 anni,
Beato Paolo Wu Wanshu, di 16 anni,
Beato Raimondo Li Quanzhen, di 59 anni,
Beato Pietro Li Quanhui, di 63 anni,
Beato Pietro Zhao Mingzhen, di 61 anni,
Beato Giovanni Battista Zhao Mingxi, di 56 anni,
Beata Teresa Chen Tinjieh, di 25 anni,
Beata Rosa Chen Aijieh, di 22 anni,
Beato Pietro Wang Zuolung, di 58 anni,
Beata Maria Guo nata Li, di 65 anni,
Beato Giovanni Wu Wenyin, di 50 anni,
Beato Zhang Huailu, di 57 anni,
Beato Marco Ki-T''ien-Siang, di 66 anni,
Beata Anna An nata Xin, di 72 anni,
Beata Maria An nata Guo, di 64 anni,
Beata Anna An nata Jiao, di 26 anni,
Beata Maria An Linghua, di 29 anni,
Beato Paolo Liu Jinde, di 79 anni,
Beato Giuseppe Wang Kuiju, di 37 anni,
Beato Giovanni Wang Kuixin, di 25 anni,
Beata Teresa Zhang nata He, di 36 anni,
Beata Lang nata Yang, di 29 anni,
Beato Paolo Lang Fu, di 9 anni,
Beata Elisabetta Qin, nata Bian, di 54 anni,
Beato Simone Qin Cunfu, di 14 anni,
Beato Pietro Liu Zeyu, di 57 anni,
Beata Anna Wang, di 14 anni,
Beato Giuseppe Wang Yumei, di 68 anni,
Beata Lucia Wang nata Wang, di 31 anni,
Beato Andrea Wang Tianqing, di 9 anni,
Beata Maria Wang nata Li, di 49 anni,
Beato Chi Zhuze, di 18 anni,
Beata Maria Zhao nata Guo, di 60 anni,
Beata Rosa Zhao, di 22 anni,
Beata Maria Zhao, di 17 anni,
Beato Giuseppe Yuang Gengyin, di 47 anni,
Beato Paolo Ge Tingzhu, di 61 anni,
Beata Rosa Fan Hui, di 45 anni.
Il fatto che questo considerevole numero di fedeli laici cinesi abbia offerto la vita a Cristo unitamente ai missionari che avevano loro annunciato il Vangelo e si erano prodigati per loro mette in evidenza la profondità dei legami che la fede in Cristo stabilisce, riunendo in una sola famiglia persone di razze e culture diverse, strettamente solidali fra loro non già per motivi politici, ma in virtù di una religione che predica l''amore, la fratellanza, la pace e la giustizia.
Oltre a tutti quelli uccisi dai ''Boxers'' finora menzionati deve ancora essere ricordato il Beato Alberico Crescitelli, sacerdote del Pontificio Istituto delle Missioni Estere di Milano, il quale svolse il suo ministero nello Shanxi Meridionale e fu martirizzato il 21 luglio 1900.
Anni più tardi venivano poi ad aggiungersi alla folta schiera dei Martiri sopra ricordati alcuni Membri della Società Salesiana di S. Giovanni Bosco:
Beato Luigi Versiglia, Vescovo,
Beato Callisto Caravario, Sacerdote.
Essi furono uccisi insieme il 25 febbraio 1930 a Li-Thau-Tseul.
Fonte:
Santa Sede
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Aggiunto il 19-May-2001
AUGUSTINE TCHAO
Also known as Augustin Zhao Rong
Memorial
9 July; 28 September as one of the Martyrs of China
Profile
Soldier. Escorted Blessed John Gabriel Dufresse to Beijing, China during his missionary work. Convert. Priest. Worked in the Su-Tchuen province. Arrested for his faith and work, and died in prison. One of the Martyrs of China.
Died
1815 due to poor conditions in prison
Beatified
27 May 1900
Canonized
1 October 2000 by Pope John Paul II