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프란치스칸 성인/성지




축일:5월8일


성 빅토르 마우로 순교자


Saint Victor Maurus


Saint Victor the Moor


San Vittore il Moro Martire


Born:3rd century in Mauretania, Africa


Died :beheaded c.303; buried outside Milan; a church was later erected over the grave;


in 1576 Victor’s relics were translated to an Olivetan church dedicated to him in Milan


Canonized :Pre-Congregation


Vittore = vincitore, dal latino = winner, from the Latin





성 암브로시오는 성 펠릭스와 성 나보르와 함께 성 빅토르 마우로가 밀라노의 수호성인이라고 한다.


그는 모레타니아 태생으로서, 빅또르라는 다른 순교자와 구분짓기 위하여 마우로라고 부른다.



그는 프레토리안 경비대의 군인이었으나, 어려서부터 믿어온 크리스챤 신앙 때문에 순교한 것이다.


투르의 성 그레고리오는 성 빅토르 마우로의 무덤에 생긴 기적에 대하여 적었다.


성 가를로 보로메오는 그의 유해를 밀라노 대성당에 안치했다.


(성바오로수도회홈에서)




*성 암브로시오 주교 학자 축일:12월7일.인창동성당게시판1509번.


*성 가를로 보로메오 주교 축일:11월4일.게시판1454번.


*투르의 성 그레고리오 주교.역사가 축일:11월17일.


*마르세이유의 성 빅토르 순교자 축일:7월21일.


http://home.catholic.or.kr/gnbbs/ncbbs.dll/chinchang









축일:7월12일


성 나보르와 성 펠릭스 순교자


Santi NABORE e FELICE, martiri



성 암브로시오가 이 순교자들을 극찬하고


밀라노의 교회가 특히 공경하라고 명할 만큼 유명하나, 전기는 별로 알려진게 없다.



그들은 밀라노에 주둔하던 막시미안 헤르쿨레우스 부대의 무어인 군인이었다.


그런데 크리스챤 신앙 때문에 로디에서 참수 치명하였다는 것이다.


그외의 사실은 전무하지만,


밀라노의 미사 경본에는 이 성인들의 이름이 나오며, 북부 이탈리아 전역에서 공경하고 있다.


(성바오로수도회홈에서)










♬Ave Maria-Caccini-Galante





































Saint Victor Maurus A.D. 303?


St. Victor Maurus was born in third century Mauretania and is believed to have been a soldier in the Praetorian Guard. Victor was a Christian from his youth and lived most of his life in quiet praise of God. Around the year 303, Victor, who was advanced in age, was arrested for being a Christian and handed over to the torturer. Victor received many hideous, painful tortures, including having hot lead poured on him, but did not renounce the Faith. Victor’s Faith proved unshakable and was ordered to be beheaded. After his death, Victor’s body was taken away by the faithful and buried outside of the city of Milan. Many miracles were reported to happen at his grave and a church was later built up around it. St. Gregory of Tours wrote about the many miracles that occurred at the shrine of St. Victor. In the year 1576, the relics of Victor were translated to a new church inside the city of Milan which is dedicated to him.





VICTOR MAURUS


Also known as


Victor the Moor


Memorial


8 May


Profile


Soldier in the Roman Praetorian Guard. Christian from his youth, living in quiet praise of God. Around 303, the elderly Victor was arrested in Milan in the persecutions of Maximian. He was tortured for his faith, basted in molten lead, and martyred. Saint Gregory of Tours wrote of miracles that occurred at Victor’s grave.


Born


3rd century in Mauretania, Africa


Died


beheaded c.303; buried outside Milan; a church was later erected over the grave; in 1576 Victor’s relics were translated to an Olivetan church dedicated to him in Milan


Canonized


Pre-Congregation


Representation


Moorish soldier trampling on a broken altar; roasted in an oven; roasted in a bronze bull; thrown into a furnace






San Vittore il Moro Martire



8 maggio


sec. III-IV



Le notizie piu antiche su di lui le abbiamo da Sant’Ambrogio nell’Explanatio evangelii secundum Lucam e soprattutto nell’Inno in onore dei martiri Vittore, Narbore e Felice, soldati originari della Mauritania, di stanza a Milano, che morirono a Lodi in difesa della fede. Negli Atti, invece che risalgono al VIII secolo, si tramanda che Vittore si rifiuto di continuare a prestare servizio militare. Trascinato nell’ippodromo del Circo alla presenza di Massimiano Erculeo e del suo consigliere Anulino, rifiuto di tradire la fede nonostante tormenti a cui fu sottoposto. Flagellato e incarcerato, dopo un’evasione quasi miracolosa, fu di nuovo catturato e decapitato. Il suo corpo sarebbe stato ritrovato svegliato da due fiere dal vescovo S. Materno.




Etimologia: Vittore = vincitore, dal latino


Emblema: Palma



Se l’appellativo non rischiasse di apparire troppo leggero e irriverente, potremmo dire che S. Ambrogio fu uno dei piu efficaci "talent-scout" della storia. Scavando, letteralmente, nella storia di Milano, vi ritrovo personaggi illustri, che onoravano la diocesi di cui egli si era trovato cosi repentinamente alla testa. E da buon "talent-scout" egli sapeva anche lanciare i suoi pupilli con tutti i mezzi della pubblicistica allora disponibili, soprattutto le feste popolari, gli inni sacri e i monumenti. Una delle scoperte di S. Ambrogio e appunto S. Vittore, di cui egli parlo diffusamente nell’Explanatio evangelii secundum Lucam e nell’inno Victor, Nabor, Felix pii. L’altra fonte "storica" da cui apprendiamo la vita e soprattutto il martirio di S. Vittore sono gli Atti, che risalgono al secolo VIII.


Vittore, Nabore e Felice erano tre soldati provenienti dalla Mauritania e di stanza a Milano. Costretti, come altri loro compagni nella milizia e nella fede, a fare una scelta tra l’imperatore e Dio, la loro scelta fu chiara e decisa. Ma la sua obiezione di coscienza procuro a Vittore solo l’arresto e la cella di rigore. Dopo avergli fatto passare sei giorni senza mangiare e senza bere per fiaccarne la resistenza, venne trascinato nell’ippodromo del circo (presso l’attuale Porta Ticinese): nonostante che l’interrogatorio venisse condotto dallo stesso Massimiano Erculeo e dal suo consigliere Anulino, Vittore rimase ben saldo nel suo rifiuto di sacrificare agli idoli, che mantenne anche dopo una severa flagellazione. Riportato in carcere, la dove si trova ora Porta Romana, S. Vittore venne ulteriormente tormentato: tra l’altro gli versarono piombo fuso nelle piaghe, ma la forte tempra del soldato africano non ne fu ancora fiaccata.


Un giorno, anzi, approfittando di una disattenzione dei suoi carcerieri, riusci ad evadere e a rifugiarsi in una stalla situata nei pressi di un teatro, la dove si trova attualmente Porta Vercellina. Ma ormai il suo peregrinare era terminato: scoperto, venne trascinato in un vicino bosco di olmi e decapitato. Il suo corpo rimase insepolto per una settimana, ma il vescovo S. Materno lo ritrovo ancora intatto e fedelmente vegliato da due fiere.


Gli venne quindi edificata una tomba sontuosa, accanto alla quale S. Ambrogio volle far seppellire suo fratello Satiro. S. Vittore e uno dei santi piu cari ai milanesi, che gli hanno edificato e intitolato chiese e monumenti, il piu tristemente celebre dei quali e... il carcere di S. Vittore. Non per nulla egli e patrono di prigionieri ed esuli.


Autore: Piero Bargellini




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San Felice Martire



12 luglio



Nabore e Felice erano due soldati di origine nordafricana, arrivati a Milano nel IV secolo per servire nell’esercito di Massimiano. Divennero cristiani e, a Lodi Vecchio (Laus Pompeia), furono giustiziati per aver disertato. Si trattava in realta di un’≪epurazione≫ dei cristiani dai ranghi militari. I corpi furono portati nella basilica milanese detta ≪naboriana≫. Il loro culto pian piano decadde, e con esso la chiesa, fino a che nel XIII secolo i francescani non ravvivarono tutt’e due. Nel 1799 i martiri furono traslati nella basilica di Sant’Ambrogio. Ma i busti con i crani sparirono e furono ritrovati 160 anni dopo presso un’antiquario belga. (Avv.)




Etimologia: Felice = contento, dal latino


Emblema: Palma



Santi NABORE e FELICE, martiri



S. Ambrogio vescovo di Milano e l’autore dell’inno Victor Nabor, Felix pii che e diventato il fondamento storico della figura dei tre martiri Vittore, Nabore e Felice. Si i martiri secondo Ambrogio sono tre, ma Vittore e celebrato da solo l’8 maggio, mentre Nabore e Felice il 12 luglio; la divisione del culto, secondo una leggenda venuta dopo l’eta ambrosiana, e stata determinata dalla diversa collocazione dei sepolcri, oltre che dalla data, Vittore a Milano, gli altri due a Lodi.


Essi erano soldati di origine nord-africana (Mauri genus), venuti a Milano per servire nell’esercito di Massimiano (governatore delle regioni nord-occidentali), qui divennero cristiani. Nel 303 la persecuzione contro i cristiani era gia di fatto esplosa in Oriente, soprattutto contro quelli appartenenti alla forza militare; anche Massimiano, seguendo l’invito dei governatori orientali, diede ordine di effettuare le depurazioni nel suo esercito.


I tre soldati disertarono e quindi processati e condannati a morte, ma la sentenza non fu eseguita a Milano, ma furono trasferiti a Lodi Vecchio (Laus Pompeia) e li giustiziati mediante decapitazione, per dare un monito alla fiorente comunita cristiana del luogo.


Si suppone che dopo il 311 i corpi dei tre martiri vennero traslati a Milano e deposti separatamente in due basiliche cimiteriali: Vittore in quella che poi sarebbe stata incorporata in S. Ambrogio; Nabore e Felice in quella detta poi “Naboriana”.


Nella ricognizione dei corpi dei santi Gervasio e Protasio del 386, si racconta che essi erano nella basilica in cui Nabore e Felice godevano di gran culto popolare, culto che venne tributato dai milanesi sino a tutto il secolo IV, poi con il progredire del culto dei ‘milanesi’ santi Protasio e Gervasio, la devozione verso Nabore e Felice, subi un’attenuazione per tutto l’Alto Medioevo.


Dopo il 1249, la vetusta e cadente basilichetta ‘naboriana’ fu affidata ai francescani, i quali la rinnovarono completamente, riproponendo il culto dei martiri li sepolti, infatti gli statuti milanesi del 1396, stabilirono che il 12 luglio fosse festa di precetto per la citta, precetto che Carlo V aboli nel 1537.


Nel 1258 i due martiri vennero traslati nella nuova chiesa, nel 1472 vi fu una diversa posizione dei corpi collocati insieme al nuovo altare, in questa occasione i due crani furono divisi dal resto delle reliquie e posti in appositi reliquiari d’argento a forma di busto, esposti poi, come anche nei secoli successivi, solennemente nelle feste principali sull’altare maggiore.


Il 22 gennaio 1799, le reliquie furono traslate in S. Ambrogio, perche l’antica basilica paleocristiana venne soppressa, in quel periodo scomparvero i due busti con i crani, che sono stati poi ritrovati solo 160 anni dopo presso un antiquario di Namur in Belgio, completi delle reliquie.


L’allora arcivescovo di Milano cardinale Montini, futuro papa Paolo VI, ne dispose il ritorno con solenni onoranze, prima a Milano e poi a Lodi Vecchio; il culto ancora una volta si e rinverdito; i santi sono raffigurati di solito con la corazza di soldati e la palma del martirio, in vari luoghi sacri della diocesi ambrosiana.


Autore: Antonio Borrelli





San Nabore Martire



12 luglio



Nabore e Felice erano due soldati di origine nordafricana, arrivati a Milano nel IV secolo per servire nell’esercito di Massimiano. Divennero cristiani e, a Lodi Vecchio (Laus Pompeia), furono giustiziati per aver disertato. Si trattava in realta di un’≪epurazione≫ dei cristiani dai ranghi militari. I corpi furono portati nella basilica milanese detta ≪naboriana≫. Il loro culto pian piano decadde, e con esso la chiesa, fino a che nel XIII secolo i francescani non ravvivarono tutt’e due. Nel 1799 i martiri furono traslati nella basilica di Sant’Ambrogio. Ma i busti con i crani sparirono e furono ritrovati 160 anni dopo presso un’antiquario belga. (Avv.)



Emblema: Palma


Santi NABORE e FELICE, martiri



S. Ambrogio vescovo di Milano e l’autore dell’inno Victor Nabor, Felix pii che e diventato il fondamento storico della figura dei tre martiri Vittore, Nabore e Felice. Si i martiri secondo Ambrogio sono tre, ma Vittore e celebrato da solo l’8 maggio, mentre Nabore e Felice il 12 luglio; la divisione del culto, secondo una leggenda venuta dopo l’eta ambrosiana, e stata determinata dalla diversa collocazione dei sepolcri, oltre che dalla data, Vittore a Milano, gli altri due a Lodi.


Essi erano soldati di origine nord-africana (Mauri genus), venuti a Milano per servire nell’esercito di Massimiano (governatore delle regioni nord-occidentali), qui divennero cristiani. Nel 303 la persecuzione contro i cristiani era gia di fatto esplosa in Oriente, soprattutto contro quelli appartenenti alla forza militare; anche Massimiano, seguendo l’invito dei governatori orientali, diede ordine di effettuare le depurazioni nel suo esercito.


I tre soldati disertarono e quindi processati e condannati a morte, ma la sentenza non fu eseguita a Milano, ma furono trasferiti a Lodi Vecchio (Laus Pompeia) e li giustiziati mediante decapitazione, per dare un monito alla fiorente comunita cristiana del luogo.


Si suppone che dopo il 311 i corpi dei tre martiri vennero traslati a Milano e deposti separatamente in due basiliche cimiteriali: Vittore in quella che poi sarebbe stata incorporata in S. Ambrogio; Nabore e Felice in quella detta poi “Naboriana”.


Nella ricognizione dei corpi dei santi Gervasio e Protasio del 386, si racconta che essi erano nella basilica in cui Nabore e Felice godevano di gran culto popolare, culto che venne tributato dai milanesi sino a tutto il secolo IV, poi con il progredire del culto dei ‘milanesi’ santi Protasio e Gervasio, la devozione verso Nabore e Felice, subi un’attenuazione per tutto l’Alto Medioevo.


Dopo il 1249, la vetusta e cadente basilichetta ‘naboriana’ fu affidata ai francescani, i quali la rinnovarono completamente, riproponendo il culto dei martiri li sepolti, infatti gli statuti milanesi del 1396, stabilirono che il 12 luglio fosse festa di precetto per la citta, precetto che Carlo V aboli nel 1537.


Nel 1258 i due martiri vennero traslati nella nuova chiesa, nel 1472 vi fu una diversa posizione dei corpi collocati insieme al nuovo altare, in questa occasione i due crani furono divisi dal resto delle reliquie e posti in appositi reliquiari d’argento a forma di busto, esposti poi, come anche nei secoli successivi, solennemente nelle feste principali sull’altare maggiore.


Il 22 gennaio 1799, le reliquie furono traslate in S. Ambrogio, perche l’antica basilica paleocristiana venne soppressa, in quel periodo scomparvero i due busti con i crani, che sono stati poi ritrovati solo 160 anni dopo presso un antiquario di Namur in Belgio, completi delle reliquie.


L’allora arcivescovo di Milano cardinale Montini, futuro papa Paolo VI, ne dispose il ritorno con solenni onoranze, prima a Milano e poi a Lodi Vecchio; il culto ancora una volta si e rinverdito; i santi sono raffigurati di solito con la corazza di soldati e la palma del martirio, in vari luoghi sacri della diocesi ambrosiana.


Autore: Antonio Borrelli



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