축일: 2월 7일
성 에지디오 마리아(성 요셉의)
St.Aegidius Mary of Saint Joseph
Sant' Egidio Maria di San Giuseppe (Francesco Pontillo) Professo Frate Minore
St. GILES MARY-of-SAINT-JOSEPH
Born:16 November 1729 at Taranto, Apulia, Italy as Francis Pontillo
Died:7 February 1812 at Naples, Italy of natural causes while at prayer; huge crowds turned out for his funeral
Beatified: 1888 by Pope Leo XIII
Canonized: 2 June 1996 by Pope John Paul II
이탈리아 남동부 풀리아(Puglia)의 타란토(Taranto) 출신인
성 요셉(Josephus)의 성 에지디우스 마리아(Aegidius Maria, 또는 에지디오 마리아)는
끈 장사로 생계를 이어가는 곤란한 처지에 있었다.
그러나 25세 때에 그는 성 베드로 알칸타라(Petrus Alcantara)의
작은 형제회에 들어가 수도자가 되었다.
거기서 그는 문지기로 일생을 보내면서도 병자들에게 깊은 사랑을 전하며
가난한 이들을 돕는 일에서 큰 성덕을 쌓았다.
그는 나폴리(Napoli) 시내를 돌며 탁발을 하였으며,
그의 손에는 항상 애긍으로 얻은 음식들이 들려 있었다.
그러면서도 그는 성 요셉에 대한 신심이 탁월하여 요셉 신심을 크게 전파하였다.
그는 사람의 눈에는 보잘 것 없는 사람으로 보였으나
하느님의 눈에는 위대한 사람으로 인정을 받았다.
그는 질(Giles)로도 불린다.
그는 1888년 교황 레오 12세(Leo XIII)에 의해 복자품에 올랐고,
1996년 6월 2일 성 베드로 광장에서
교황 요한 바오로 2세(Joannes Paulus II)에 의해 시성되었다.
(가톨릭홈에서)
*복되신 동정 마리아의 배필 성 요셉 대축일:3월19일,게시판1669번.
*노동자 성 요셉 축일:5월1일,게시판1740번.
*성 베드로 알칸타라 축일:10월19일,게시판1428번.
☞http://home.catholic.or.kr/gnbbs/ncbbs.dll/chinchang
프란치스칸 묵상 방법
기경호(프란치스꼬) ofm
개요
이 묵상 방법은 작은 형제회의 알깐따라의 성 베드로가 창안한 묵상법이다. 이 묵상의 특징은 그리스도를 중심으로 한다는 것이다. 묵상의 주제는 항상 하느님과 연관되어야 한다. 이 묵상에서 자기 자신이나 이웃의 관계에만 국한된다면 묵상이 아니라 양심성찰에 그치고 말 것이다.
이 묵상은 보통 15-30분에 걸쳐 하게 되며, 6단계로 구성되어 있다. 제 1단계 준비, 제 2단계 독서, 제 3단계 고찰, 제 4단계 감사, 제 5단계 봉헌 및 결심, 제 6단계 청원. 이는 준비 단계, 묵상 부분, 감사 및 결심, 청원 부분으로 단순화시켜 볼 수 있다.
제 1 단계
묵상기도 바로 전의 준비
① 간접적인 준비(먼 준비)는 평소의 내적인 상태로서 평소에 하느님을 뵙고자 하는 마음 자세를 말한다. 이를 위하여 오관을 조절하고 절제함으로써 고요와 침묵의 마음 상태를 지니도록 한다.
② 직접적인 준비(가까운 준비)는 묵상의 주제를 정하고 독서를 선정하는 것이다.
③ 기도 바로 전의 준비: 다음 사항에 마음을 집중시키도록 한다.
- 하느님의 현존을 생각한다. 여기서 짧은 기도를 할 수도 있다.
- 분심을 버리도록 한다. 지나친 지성적인 걱정에서 벗어나 하느님과의 관계에 집중한다.
- 마음의 정리. 감정적인 마음의 움직임을 가라앉히고 마음의 평화를 되찾도록 한다.
제 2 단계
영적 독서 - 적어도 전날 밤에 준비한 읽을 거리(묵상 재료)를 천천히 읽는다. 초기의 묵상에서는 영적독서를 중심으로 하는 것이 좋다. 즉 독서 - 고찰 - 감사 - 봉헌 및 결심 - 독서 -고찰 - 감사 ...
여기서는 어떤 독서를 할 것인가 하는 것도 대단히 중요하다.
제 3 단계
고찰 - 여기서 고찰이란 협의로는 반성하고 생각하는 부분이다. 이 단계는 본질적인 묵상 단계로서 시간은 너무 길게 잡지 않도록 하여야 한다.
고찰을 하는 목적은 어떤 진리에 대해서 실천을 위한 지식을 얻기 위함이다. 상상력을 통하여 예수님의 수난의 현장에 뛰어들고, 기억력을 통하여 우리가 가지고 있는 여러 가지 기억을 되살리도록 한다(상상력과 기억력은 서로 연관되어 있다). 그리고 지력을 통하여 위의 두 가지를 일치시키도록 한다(분별 능력).
고찰의 주제는 그리스도의 강생, 수난, 부활, 교회 안에서의 신비, 인간의 가치와 지상적 산물, 죄에 대한 것, 나아가 프란치스칸으로서 그리스도와 관련된 모든 것들이다.
* 묵상시 주의점 *
① 이론적인 주제를 피해야 한다(주제는 항상 우리의 신앙과 연결되어야 한다.)
② 자기 자신의 말로 하도록 한다. 즉 자신에 알맞는 방법을 찾도록 한다.
제 4 단계
하느님께 감사와 찬미를 드리는 단계로서 마지막 단계의 구체적인 청원과 연관된다.
제 5 단계
봉헌 및 결심 - 묵상기도를 통하여 주신 선물과 자신의 삶을 하느님께 봉헌해 드리고, 구체적인 결심을 한다. 이는 다음 단계의 청원과 연관되어 있다.
제 6 단계
청원 - 이는 봉헌 및 결심과 관련된 것으로서, 구체적인 청원과 보편적인 기도를 바친다.
(재속프란치스코 한국국가형제회홈에서)
♬평화의 기도 - 러시아볼쇼이합창단
Sant' Egidio Maria di San Giuseppe (Francesco Pontillo) Professo Frate Minore
7 febbraio
Taranto, 16 novembre 1729 - Napoli, 7 febbraio 1812
Al secolo Francesco Pontillo, questo umile frate professo si meritò il titolo di «consolatore di Napoli». Nato a Taranto nel 1729, a 24 anni, dopo alcune esperienze da artigiano, entrò nella famiglia francescana riformata degli Alcantarini. Cambiò nome prima in Egidio della Madre di Dio, poi in Egidio Maria di San Giuseppe. Nel 1759 fu destinato al convento napoletano di San Pasquale a Chiaia. Cuoco, portinaio e infine questuante, fece della raccolta di elemosine un modo per stare vicino alla gente, soprattutto sofferente. Dopo le visite andava a piangere presso la «Madonna del pozzo». Morì nel 1812. È santo dal 1996. (Avvenire)
Fu chiamato il “Consolatore di Napoli”, eminentemente ‘francescano’ e ‘meridionale’, Francesco Pontillo nacque a Taranto in Puglia il 16 novembre 1729, da Cataldo e Grazia Procaccio, in un’umile casetta di uno dei tanti tortuosi vicoli della vecchia città medioevale.
La sua famiglia era composta da modestissimi artigiani, che sbarcavano il lunario, come si dice, con il misero guadagno lavorando le funi. Al battesimo ebbe il nome di Francesco, Antonio, Pasquale quasi un presagio dell’Ordine Serafico che avrebbe abbracciato, nella rigida Riforma promossa dal mistico s. Pietro d’Alcantara, di cui una stella di prima grandezza fu s. Pasquale Baylon; infatti divenuto religioso egli imiterà la povertà e la penitenza di s. Francesco, ripeterà i miracoli di s. Antonio da Padova ed i fervori eucaristici di s. Pasquale.
Crebbe aumentando ogni giorno di più il fervore a Gesù Sacramentato, Comunione frequente, visite quotidiane e la devozione alla Madonna, iscrivendosi subito alla Confraternita del SS. Rosario.
Probabilmente non conobbe mai la scuola, perché ancora ragazzo, fu mandato in una bottega di felpaiolo a guadagnarsi il pane; anche sul lavoro aveva un atteggiamento devoto, prima d’iniziare, faceva il segno della Croce e prima ancora assisteva alla s. Messa; il suo padrone di bottega diceva: “Da che tengo con me Francesco, la mia bottega è diventata un oratorio”. A 18 anni gli morì il padre e così superando il forte dolore, si trovò ad essere il sostegno della già povera famiglia, che comprendeva la madre e altri tre fratellini più piccoli; lasciò il mestiere di felpaiolo e si dedicò a quello un po’ più redditizio di funaiolo; del suo guadagno una parte era anche destinata ai poveri, non conservando niente per sé.
In seguito la madre convolò a seconde nozze, fra il dispiacere di Francesco, ma i disegni di Dio erano ben definiti, il patrigno conquistato dalle sue virtù, lo liberò dal peso della famiglia, dandogli la disponibilità dei suoi guadagni, facilitandogli così l’attuazione del suo sogno di farsi religioso; vocazione che sin dalla adolescenza era fiorita in lui e che la repentina morte del padre aveva ritardato.
Il 27 febbraio 1754 a 24 anni, entrò tra i Francescani Alcantarini di Taranto, da poco presenti in città, dove fu accolto come Fratello laico. A Galatone fece il suo noviziato, cambiando il nome in frate Egidio della Madre di Dio, in questo ambiente di formazione e perfezione religiosa frate Egidio si trovò a suo agio, estasiato da tanta povertà, da tanto fervore e da tanta intima pace; suscitando ben presto l’ammirazione e l’affetto dei Superiori e Confratelli.
E nel convento di S. Maria delle Grazie a Galatone, alla fine dell’anno di prova, il 28 febbraio 1755 fece la sua professione solenne emettendo i tre voti cardini della povertà, obbedienza e castità, il suo nome si modificò in fra Egidio Maria di S. Giuseppe.
Dopo un certo periodo a Galatone, fu trasferito nella Comunità di Squinzano; nel 1759 fra Egidio verrà destinato dai superiori al Convento di S. Pasquale a Chiaia in Napoli, che renderà illustre e conosciuto, con la santità della sua vita.
All’inizio ebbe l’incarico di cuoco, poi quello del lanificio conventuale e infine l’ufficio di portinaio, che secondo le regole degli Alcantarini, veniva affidato al migliore dei fratelli laici, perché dal comportamento del portinaio, spesso ne derivava la stima ed il buon nome dei frati.
L’accoglienza, la pazienza, la carità che aveva verso i poveri, che nella grande città erano numerosi e affluivano giornalmente alla porta del convento, fecero sì che il suo nome e le sue virtù, venissero esaltate dagli stessi poveri che le diffusero per tutta Napoli.
Tutto ciò convinse i Superiori, che frate Egidio era una lucerna da non tenere nascosta e quindi con le virtù che emanava e trasparivano dalle sue parole e comportamento, poteva essere più utile alla gloria di Dio, portando anime alla Sua Misericordia e gli affidarono l’incarico di questuante che tenne per 50 anni.
E da quel giorno Egidio lo si trovò sempre in giro per tutte le strade, vicoli, piazze, rioni e case di Napoli, passava gran parte della giornata girando per la questua, ma il suo giro era più una visita di carità e di buon esempio, che un raccogliere elemosine per la sua bisaccia. Tutti prendevano da lui una parte della sua intima pace e l’appassionato consolatore, se ne tornava al Convento col cuore pieno di pianti e pene e così andava a piangere di notte, dopo le preghiere del coro, ai piedi della sua ‘Madonna del Pozzo’ venerata con questo titolo in quel convento; implorando la salute per gli ammalati, la provvidenza alle famiglie povere, la pace agli sventurati, il pentimento o il perdono per gli oppressori del popolo.
La sua presenza era desideratissima presso il letto degli ammalati e dei moribondi, nessuno, scettico o credente, popolano o nobile, disdegnava di avvicinarlo, per chiedere consigli nelle difficoltà della vita e implorare da lui preghiere al Signore.
Divenne anche famoso per i prodigi che effettuava, così da divenire un emulo dei grandi taumaturghi, spesso li operava con la reliquia di s. Pasquale; sono così numerosi da non poterli elencare in questo scritto, ma costituirono un corposo incartamento dei Processi Canonici in cui sono registrati e descritti.
Profezie, predizioni, guarigioni improvvise, apparizioni di oggetti, frutti, pesci, risuscitazioni, moltiplicazioni di cibi, ecc. lo resero popolarissimo in Napoli, al punto che durante l’occupazione francese, le Autorità lo temevano per possibili insurrezioni, visto la gran folla che lo seguiva o si adunava al suo passaggio.
Cito solo un episodio, il più noto e caratteristico; i frati di S. Pasquale avevano una vitellina che se ne girava per le vie di Napoli, da tutti conosciuta, perché portava una targhetta di metallo con il nome di s. Pasquale e chiamata ‘Catarinella’; ricordo che siamo nel 1799 e traffico automobilistico non ce ne stava, alla sera la vitella si ritirava sempre da sola in convento.
Una sera ciò non avvenne, i frati addolorati lo riferirono ad Egidio, il quale la mattina dopo andò dritto da un macellaio della popolare zona della ‘Pignasecca’ e senza preamboli dice in tono deciso “prendi la chiave e la lanterna e seguimi nella grotta, Catarinella dove l’hai messa?”. La grotta era il frigorifero dell’epoca; il macellaio furfante fu preso da tanta tremarella che non obiettò l’ordine; la vitella era stata sezionata e scuoiata, frate Egidio fece distendere la pelle con dentro tutti i pezzi, situati al loro posto naturale, ricongiunse i lembi della pelle tra loro e tracciando un segno di croce a voce alta disse: “In nome di Dio e di s. Pasquale, alzati Catarinella e ….al convento”.
Seguì un grande muggito, uno scuotimento di tutte le membra e la vitella balzò su viva e vegeta come prima; lo scalpore fu enorme e la vitella fu accompagnata in processione dalla Pignasecca al convento di San Pasquale a Chiaia.
Già sofferente di una grave forma di sciatica, frate Egidio venne colpito da un’asma soffocante e poi da una idropisia di petto, tutto sopportato con lucidità, rassegnazione e fiducia in Dio e raccomandandosi alla Madonna, morì il 7 febbraio 1812 fra i pianti dell’intera città di Napoli; il suo corpo venne sepolto nella chiesa conventuale di S. Pasquale a Chiaia.
Fu iniziato subito il processo per la sua beatificazione; Pio IX il 24 febbraio 1868 lo dichiarò venerabile, Leone XIII il 5 febbraio 1888 lo dichiarò beato e papa Giovanni Paolo II il 2 giugno 1996 lo canonizzò santo per la Chiesa Universale.
Autore: Antonio Borrelli
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Aggiunto il 6-Feb-2003
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GILES MARY-of-SAINT-JOSEPH
Also known as
Aegidius Mary of Saint Joseph Pontillo; Egidio Maria de Saint Giuseppe; Francis Pontillo; Saint of the Little Way
Memorial
7 February
Profile
Born to a pious family and raised in a small village. Rope maker by trade. Drawn to a religious life, he applied to the Discalced Friars Minor of Saint Peter of Alcantara at Naples, Italy in 1754 at age 25. He wished to become a priest, but lacked the education, and was received as a lay brother.
Porter and gate-keeper at his monastery's seminary, a position that put him in constant contact with those in need. Had a special ministry to the sick, and worked with lepers, travelling outside the city to help those who had become shunned and isolated. Even in life he was considered by locals as a saint and patron of the sick and outcast. Legend says that when he was charged with distributing food and alms to the poor, Saint Joseph would intervene to insure he never ran out.
Born
16 November 1729 at Taranto, Apulia, Italy as Francis Pontillo
Died
7 February 1812 at Naples, Italy of natural causes while at prayer; huge crowds turned out for his funeral
Beatified
1888 by Pope Leo XIII
Canonized
2 June 1996 by Pope John Paul II