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프란치스칸 성인/성지




[이콘]주무시지 않는 눈.


팔레히(Palech)화파. 제작년도 1797. 32 x 27.5cm



이 성화(Icon)의 주제 (主題)를 금색의 글씨로 그림의 윗 가장자리에 다음과 같이 써넣었다.


"이스라엘을 지키시는 자는 졸지도 아니하고 주무시지도 아니하시리이다."


이 문장은 시편 121편에서 인용한 것으로


어린 그리스도를 어린 사자에 비유한 기독교 생리학자들의 사상이 반영되어 있다.


잠자리에 누운 그리스도의 왼쪽에 성모를, 오른쪽에 대천사 미카엘을 묘사한 것을 알 수 있다.



그림의 양편 윗 모서리에는 해와 달이 보인다.


그림의 가장자리 네모서리를 축소화적인 금장식으로 정교하게 꾸몄으며,


아랫 가장자리 중앙에 있는 성화의 제작년도를 기입한


빨간색의 글씨판의 가장자리를 바로크 액자처럼 금 장식으로 꾸몄다.



매우 희귀하고 장식적인 묘사법을 사용한 회화적 수준이 극치에 달한 작품이다.


(유럽 聖畵(ICON)集에서)







축일 : 1월 19일


성 마리오와 가족 순교자


Saints Maris, Martha, Audifax, and Abachum


San Mario e familiari Martiri a Roma


Persia -


beheaded in 270 at Saint Ninfa 13 miles from Rome;


relics discovered in Rome in 1590


Canonized:Pre-Congregation




페르샤의 귀족인 마리오와 그의 아내 마르타 그리고 2명의 아들인 아우디팍스와 아바쿰은


크리스챤으로 개종하여 가난한 이들에게 도움을 베풀고 살던 사람들이다.


그들은 로마를 순례하여 사도들의 무덤을 찾아보고 신앙을 더욱 돈독히 하였다.


클라우디우스 황제가 크리스챤 박해를 명하므로써,


수많은 신자들이 화형이나 참수치명하고 또 화살에 맞아 숨지기도 하였는데, 이들 가족 역시 체포되었다.


마리오와 그의 두 아들은 참수당하였으나, 마르타는 물에 던져 죽였다.


이들은 모두 비아 고르넬리아에 묻혔다.


(성바오로수도회홈에서)



페르시아 귀족출신으로 아내 성 마르따와 아이들, 성 아바코, 성 아우디파체를 데리고 로마로 이주했다.


로마에 도착한 그들은 온가족이 함께 소중하고 거룩한 일을 하였는데


그것은 바로 박해받던 신자들을 돌보던 일이었다.


뿐만 아니라 쌀라리아 길거리에 방치된 순교자들의 시신을 밤중에 몰래 가져다가 땅에 묻어주곤 했는데


어느날 그것이 발각이 되었다.


그리하여 온가족 4명이 모두 순교당했다. (성바오로딸수도회홈에서)











♬9,Kyrie ll Fons Bonitatis[Tropus]-베네딕도수도원





















Saints Maris, Martha, Audifax, and Abachum




Maris, a nobleman of Persia, with his wife Martha, and two sons, Audifax and Abachum, being converted to the faith, distributed his fortune among the poor, as the primitive Christians did at Jerusalem, and came to Rome to visit the tombs of the apostles. The emperor Aurelian then persecuted the church, and by his order a great number of Christians were shut up in the amphitheater, and shot to death with arrows, and their bodies burnt. Our saints gathered and buried their ashes with respect; for which they were apprehended, and after many torments under the governor Marcianus, Maris and his two sons were beheaded; and Martha drowned, thirteen miles from Rome, at a place now called Santa Ninfa. Their relics were found at Rome in 1590. They are mentioned with distinction in all the western Martyrologies from the sacramentary of Saint Gregory. Their relics are kept principally at Rome; part in the church of Saint Adrian, part in that of Saint Charles, and in that of Saint John of Calybite. Eginhart, son-in-law and secretary of Charlemagne, deposited a portion of these relics, which had been sent him from Rome, in the abbey of Selghenstadt, of which he was the founder, in the diocese of Mentz.



The martyrs and confessors triumphed over the devil by prayer; by this, poor and weak as they were, they were rendered invincible, by engaging Omnipotence itself to be their comfort, strength, and protection. If the art of praying well be the art of living well, according to the received maxim of the fathers and masters of a spiritual life, nothing is certainly of greater importance, than for us to learn this heavenly art of conversing with God in the manner we ought. We admire the wonderful effects which this exercise produced in the saints, who by it were disengaged from earthly ties and made spiritual and heavenly, perfect angels on earth; but we experience nothing of this in ourselves. Prayer was in them the channel of all graces, the means of attaining all virtues, and all the treasures of heaven. In us it is fruitless: the reason is plain; for the promises of Christ cannot fail we ask, and receive not, because we ask amiss.




-from Lives of the Saints by Father Alben Butler






MARIS


Memorial


19 January


Profile


Nobility. Husband of Saint Martha, father of Saint Audifax and Saint Abachum. Convert who gave his fortune to the poor. Martyred with his whole family in the persecutions of Aurelian.


Born


Persia


Died


beheaded in 270 at Saint Ninfa 13 miles from Rome; relics discovered in Rome in 1590


Canonized


Pre-Congregation










San Mario e familiari Martiri a Roma



19 gennaio



Persia ? - Roma inizi IV sec.



La tradizione vuole che siano stati due coniugi andati a Roma con i loro due figli per venerare le reliquie dei martiri. Giunti in citta si narra che aiutarono il prete Giovanni a seppellire 267 martiri nella Via Salaria. Scoperti, furono condotti in tribunale e decapitati.




Etimologia: Mario = maschio, dal celtico (famosa la ’gens Maria’ romana, ma popolarmente e ritenuto il nome maschile di Maria)


Emblema: Palma



Mario e uno dei nomi piu diffusi in Italia (e al quarto posto), presente anche in diverse varianti come Mariolino, Marietto, Mariuccio, Mariano, per quest’ultimo nome, divenuto indipendente, bisogna dire che lo portarono diversi santi e beati ed e particolarmente legato al culto della Vergine, detto appunto ‘mariano’.


Ma il nome Mario non e come si crede comunemente, il maschile di Maria, ma riprende l’antico gentilizio (cognome) romano ‘Marius’ a sua volta derivato dall’etrusco ‘maru’ (maschio).


La sua diffusione e iniziata a partire dal Rinascimento, per la ripresa del nome del politico e militare romano, il generale e console Mario, avversario dell’aristocratico Silla, considerato un difensore del popolo e della democrazia, morto nell’86 a.C.


In ambito cristiano si venera s. Mario il 19 gennaio, anche se in altri antichi Martirologi, la sua celebrazione era al 20 gennaio, insieme alla moglie Marta ed ai figli Audiface ed Abaco, tutti martiri a Roma. Secondo una leggendaria ‘passio’ del VI secolo, i quattro martiri componenti della stessa famiglia, persiani di origine, lasciarono la loro patria, per recarsi a Roma a venerare le reliquie dei martiri, come facevano in quei tempi molti cristiani.


Alcuni antichi ‘Martirologi’ collocano questa venuta a Roma e le successive fasi, negli anni 268-270, al tempo del regno di Claudio II, quando notoriamente si sa che non vi furono persecuzioni contro i cristiani; la recente edizione del ‘Martyrologium Romanum’ indica l’inizio del secolo IV come data del loro martirio, da queste date possiamo desumere, che la famiglia persiana cristiana, sia stata ospite o stabilizzata a Roma, per un certo numero di anni; del resto il secolo III fu un periodo di grande espansione del cristianesimo e di tolleranza nei loro confronti, almeno fino alla vecchiaia di Diocleziano, quando nel 293, spinto dal console Galerio, emano tre editti di persecuzione.


A Roma essi si associarono al prete Giovanni, nel dare una degna sepoltura a 260 martiri sulla Via Salaria, evidentemente vittime della suddetta persecuzione di Diocleziano, che giacevano decapitati e senza sepoltura, in aperta campagna.


Purtroppo questa pietosa opera non poteva passare inosservata, dato anche il gran numero di corpi, per cui Mario ed i suoi familiari furono scoperti, arrestati e condotti in tribunale. Prima il prefetto Flaviano e poi il governatore Marciano, seguendo le norme degli editti imperiali li interrogarono, invitandoli a sacrificare agli dei; avendo essi rifiutato, furono condannati alla decapitazione, per i tre uomini, il martirio avvenne lungo la Via Cornelia, mentre per Marta avvenne presso uno stagno poco distante, ‘in Nimpha’.


I loro corpi raccolti dalla pia matrona romana Felicita, furono sepolti in un suo possedimento agricolo chiamato ‘Buxus’, oggi Boccea, sulla stessa Via Cornelia. Fin qui il racconto della ‘passio’ del VI secolo, poi successivi studi danno diverse formulazioni alla vicenda, ritenendo leggendaria l’origine persiana e il fatto di essere di un’unica famiglia (volendo tenere conto che nelle ‘passio’ leggendarie dei primi secoli, c’era la tendenza a trasformare gruppi di martiri abitanti magari nella stessa localita, come appartenenti ad un nucleo familiare).


Secondo questi studiosi e probabile che il gruppo, siano dei cristiani non legati da vincoli familiari, abitanti a Lorium, in una villa imperiale distante dodici miglia da Roma. Sul luogo del martirio, nella tenuta di Boccea, sorse poi una chiesa, di cui sono ancora visibili i ruderi e che durante tutto il Medioevo fu meta di pellegrinaggi.


Per quanto riguarda le loro reliquie, esse ebbero vicende molto complicate, alcune furono traslate a Roma nelle chiese di S. Adriano e di Santa Prassede, e parte di esse nell’828, furono inviate ad Eginardo, il biografo di Carlo Magno, che le dono, come era uso allora, al monastero di Seligenstadt.




Autore: Antonio Borrelli


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