데레사가 수녀원에서 살고 있었을 때 그에 대해 거짓으로 고했던 사람들이 있었다.
데레사 쿠데륵은 그 사람에 대해서 할 말이 많았지만 아무 변명도 하지 않았고
그 일로 인하여 무려 13년 동안이나 가장 힘든 허드렛일을 하며 살았다.
그는 죽을 때쯤 되어서 수녀원의 설립자로 인정받았으며 인내에 대한 보상을 받았다.
입을 다물 줄 모르는 것 같은 사람들이 있다.
그들은 마치 두뇌와 입이 바로 연결되어, 머리 속으로 들어간 것은
바로 입으로 나오지 않으면 안 되는 것처럼 행동한다.
혀를 다스리는 법은 가장 배우기 힘들지만 반드시 익혀야 할 덕목인지도 모른다.
혀야말로 신체의 어느 부분보다도 많은 문제를 일으키기 때문이다.
남에게 해를 끼치고 상처를 주는 말을 삼가고 조절할 수 있다면 그만큼 자제력이 있는 사람일 것이다.
“배를 보십시오. 거센 바람의 힘으로 움직이는 크디큰 배라도 아주 작은 키 하나로 조종됩니다.
그래서 키잡이는 자기가 원하는 방향으로 그 배를 마음대로 몰고 갈 수 있습니다.
이와 같이 혀도 인체에서 아주 작은 부분에 지나지 않지만 엄청나게 허풍을 떱니다.
아주 작은 불씨가 굉장히 큰 숲을 불살라 버릴 수도 있습니다.”(야고 3,4-5)
Santa Teresa (Maria Vittoria) Couderc Fondatrice
26 settembre
Mas de Sablières, 1° febbraio 1805 - Fourvières (Francia), 26 settembre 1885
Nel gran numero di fondatrici di Congregazioni religiose, che si sono avvicendate per tutto l’Ottocento, nonostante le abolizioni del periodo napoleonico, si deve annoverare come figura di prima grandezza, la francese santa Teresa Couderc.
Nacque il 1° febbraio 1805 a Mas de Sablières in Francia, con il nome di Maria Vittoria Couderc; ricevé la Prima Comunione il 15 maggio 1815 e studiò in collegio presso le Suore di S. Giuseppe ‘aux Vans’. A 20 anni tornò a Sablières per partecipare alla missione predicata da un missionario diocesano, padre Terme, già curato di Aps e fondatore di una Congregazione religiosa (Suore di S. Francesco Régis), dedite all’istruzione, il quale divenne poi suo direttore spirituale.
Nel 1826 padre Terme la mandò come postulante nella Casa di Aps, dove il 27 marzo Maria Vittoria prese l’abito e il nome di suor Teresa; l’anno successivo il fondatore le diede l’incarico, insieme ad altre due suore, di organizzare a La Louvesc, un ostello per le pellegrine che si recavano alla tomba di s. Francesco Régis (1597-1640); fu il primo seme del ‘Cenacolo’.
Alla fine del 1828 suor Teresa Couderc ne divenne la superiora, pronunziando i primi voti; nell’anno seguente ottenne che la Casa fosse riservata agli esercizi spirituali; nel contempo il padre Terme, avendo conosciuto gli esercizi spirituali di s. Ignazio, presso i gesuiti di Vals, indirizzò verso questa spiritualità, le Suore di s. Régis che si trasformarono in “Dame del Ritiro”.
Il 12 dicembre 1834, morì padre Terme e madre Teresa Couderc per mantenere in vita l’Opera, si affidò al padre Provinciale dei gesuiti francesi, Francesco Renault.
Il vescovo di Viviers nel 1836, approvò le Regole delle “Dame del Ritiro”, mentre il Padre Provinciale dei gesuiti le obbligò a separarsi dalle Suore di s. Francesco Régis, che erano votate all’insegnamento.
Madre Teresa restò superiora delle “Dame del Ritiro” a La Louvesc, pronunciando i voti solenni il 6 gennaio 1837; il 15 agosto volle compiere una consacrazione completa a Nostra Signora di Ay, nominandola superiora della sua Casa, promettendo di ubbidire sempre alla voce della Grazia e mai a quella della natura.
Nell’ottobre 1838, il padre gesuita Renault le propose una postulante di pochi giorni, nominandola “superiora fondatrice” della Congregazione; il grave sgarbo nei suoi confronti, dovuto forse a ragioni di opportunità nel campo sociale dell’epoca, vide madre Teresa inchinare la testa senza opporsi, fedele alla sua regola di ubbidienza.
Passarono undici mesi e la ‘superiora’ contessa di Lavilleurnoy, condusse la Congregazione alla rovina e quindi si ritirò. Ma le prove non erano finite, padre Renault nominò al suo posto la madre Contenet il 24 settembre 1839, la quale pur essendo un’eccellente superiora, si adoperò fino alla morte (24 febbario 1852) ad emarginare completamente madre Teresa.
La vera fondatrice accettò umilmente la situazione, rivelando ella stessa la sua natura mistica dicendo: “Quando Nostro Signore vuole servirsi di un’anima per la sua gloria, la fa passare prima per la prova della contraddizione, per l’umiliazione e per la sofferenza; non si può essere uno strumento utile senza questo”.
Una rivalutazione si ebbe con la nuova Superiora madre de Larochenégly, che le testimoniò una stima crescente, nel frattempo si erano aperte altre Case a Fourvières ed a Parigi. L’Opera delle Dame del Ritiro fu consacrata alla Vergine del Cenacolo il 25 marzo 1852 e la relativa festa della Madonna del Cenacolo, venne celebrata per la prima volta il 28 maggio 1854.
Le vicende dell’Opera non furono facili, il 7 marzo 1855 madre Teresa fu inviata nella Casa di Parigi, per una sopravvenuta scissione della superiora locale che aveva trascinato con sé quattro suore. La Couderc restò a Parigi come “esempio di regola vivente” fino al 24 novembre 1856, poi la sua vita fu un alternarsi di responsabilità come superiora di varie Case a Tournai, La Louvesc, Lione, Montpellier, fino al 1867.
Da quell’anno in poi dimorò a Fourvières, vivendo in modo ascetico, offrendosi come vittima a Dio, con il proposito di “aderire a tutto, accettare tutto, sottomettersi a tutto”.
Non domandò mai a Dio di essere liberata dalle sue pene, ma “solamente la forza per soffrire e l’amore della Croce che ci fa soffrire”. Il ‘Cenacolo’ da lei fondato ha assunto uno sviluppo mondiale; alla sua morte avvenuta il 26 settembre 1885, le suore che l’assistevano intonarono il ‘Magnificat’.
Il papa Pio XI il 12 maggio 1935 proclamò l’eroicità delle sue virtù e il 17 giugno 1951 papa Pio XII la dichiarò beata.
Infine dopo il riconoscimento di due miracoli, da parte della Congregazione per le Cause dei Santi, venne canonizzata solennemente in S. Pietro a Roma, da papa Paolo VI, il 10 maggio 1970.
Autore: Antonio Borrelli
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Nasce fra le campagne e i monti del Vivarais, nel dipartimento dell’Ardèche, da Claudio Michele Couderc e Anna Méry, che al battesimo la chiamano Maria Vittoria. Contadini di poche risorse, riescono a procurarle un’istruzione solo tra i 17 e i 20 anni, dalle Suore di San Giuseppe a Les Vans. Tutta la sua vita si svolgerà tra paesi e cittadine (Aps, Les Vans, Sablières, La Louvesc) nella diocesi di Viviers. Nel 1825 Maria Vittoria ha modo di ascoltare il missionario padre Terme, venuto al suo paese per un ciclo di predicazione. È un prete noto anche come fondatore (1821) delle suore insegnanti, dette “di San Francesco Régis” (dal nome del grande evangelizzatore gesuita del Seicento, morto mentre predicava in queste terre e sepolto a La Louvesc). Questo incontro l’aiuta a trovare una strada.
Padre Terme l’accoglie tra le sue religiose, e nel 1827 lei prende i voti col nome di suor Teresa. L’anno dopo sale con due suore ai mille metri di La Louvesc, per dirigere un ostello che d’estate accoglie donne e ragazze in pellegrinaggio alla tomba di san Francesco Régis. Lì, nel 1829, eccola già riformatrice: l’ostello diventa casa di preghiera. E vi resta anche d’inverno, col gruppetto di consorelle, facendo scuola ai bambini, aiutando i sacerdoti quando ci sono, e sostituendoli nella guida e nella preghiera. «A volte la neve è talmente alta da non poter neppure entrare in chiesa, [...] non c’è che da scavare un tunnel nel ghiaccio e poi introdurvi un bambino che vada a rendersi conto se la lampada del SS. Sacramento è ancora accesa» (Giovanna Cotta). La diversificazione dei compiti porta a una distinzione tra le suore: le insegnanti restano “Suore di San Francesco Régis”; quelle impegnate nei ritiri spirituali prendono il nome di “Dame del ritiro al Cenacolo”. Nel 1834, morto padre Terme, Teresa si pone sotto la guida di padre Renault, provinciale dei Gesuiti, che nel 1836 separa le suore insegnanti da quelle del ritiro.
È lei che guida queste ultime, ma per poco. Nel 1838 viene destituita, e al posto suo si nomina una donna che è entrata da poco nell’istituto, col titolo di contessa. (Sarà poi allontanata prima che danneggi l’istituto). Teresa risponde a tutto questo invitando le consorelle a obbedire alla nuova venuta. “Licenziata” la contessa, Teresa resta nell’angolo: per molte è ormai “l’anziana”. La chiameranno poi a fronteggiare una crisi nella comunità di Parigi. Sarà superiora locale qua e là, ma esclusa dai vertici; e sempre sicurissima di lavorare per l’Istituto del Cenacolo proprio così, di offesa in offesa. Ripete che bisogna abbandonarsi a Dio (se livrer). Obbedisce, tace, vede crescere la comunità, che prende il nome di “Nostra Signora del Cenacolo”, diffusa nel mondo come «formula religiosa semplice e felice: una sintesi di vita contemplativa e di vita attiva; di vita personale, comunitaria e sociale, di silenzio e di parola» (Paolo VI).
Madre Teresa, dopo aver fatto alla Chiesa questo dono, passa da una piccola comunità all’altra. Ammalata, non chiede di guarire, ma di saper affrontare il male. Mentre l’Istituto si apre alla Francia e al mondo, lei è superiora periferica a Fourvières, e l’annuncio della sua morte è dato dalle consorelle col canto del Magnificat. Paolo VI la proclamerà santa nel 1970. Il suo corpo è custodito in un’urna nel cenacolo di La Louvesc-Ardèche (Francia).
Autore: Domenico Agasso
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Aggiunto il 19-Sep-2005
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MARIE VICTOIRE THERESE COUDERC
Memorial
26 September
Profile
Nun in the Sisters of Saint Regis. Novice mistress and house superior in La Louvesc. Superior general of her order. With Father Stephen Terme, founded the Congregation of Our Lady of the Retreat in the Cenacle, in La Louvesc, France in 1826; it began in a mountain hostel for women pilgrims, and its ministry involves conducting spiritual retreats. Resigned as superior in 1838, and lived her remaining years as a humble sister.
Born
1 February 1805 at Le Mas, France as Marie Victoire Couderc
Died
26 September 1885 of natural causes
Canonized
1970 by Pope Paul VI
Additional Information
Cenacle Sisters
Cenacle Sisters
Catholic Encyclopedia: Religious of the Cenacle
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Readings
I have just one desire, that God be glorified.
-Saint Marie Victoire Therese Couderc
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My heart embraces the whole world.
-Saint Marie Victoire Therese Couderc
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Let me live by love, let me die of love, and let my last heartbeat be an act of the most perfect love.
-Saint Marie Victoire Therese Couderc
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All places are alike to me, because everywhere I expect to find God, who is the only object of all my desires.
-Saint Marie Victoire Therese Couderc
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What does it matter if my feet, bare and torn, fill my wooden shoes with blood? I would willingly begin the journey all over again, for I have indeed found the good God!
-Saint Marie Victoire Therese Couderc
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God always gives more than we ask.
-Saint Marie Victoire Therese Couderc
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I abandon myself with my whole heart to God's will, and to God's good pleasure — and when I have in all sincerity made this act of self-surrender, I experience great tranquility and perfect peace.
-Saint Marie Victoire Therese Couderc
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I could say, with you, that my heart doesn't age in this matter of loving others.... We know well we have the same heart we had earlier; it always knows how to love God first and then others in [God]....
-Saint Marie Victoire Therese Couderc
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I saw written as in letters of gold this word Goodness, which I repeated for a long while with an indescribable sweetness. I saw it, I say, written on all creatures, animate and inanimate, rational or not, all bore this name of goodness. I saw it even on the chair I was using as a kneeler. I understood then that all that these creatures have of good and all the services and helps that we receive from each of them is a blessing that we owe to the goodness of our God, who has communicated to them something of his infinite goodness, so that we may meet it in every thing and everywhere.
-Saint Marie Victoire Therese Couderc
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I was preparing to begin my meditation, when I heard the pealing of the church bells calling the faithful to attend the divine Mysteries. At that moment the desire came over me to unite myself with all the masses which were being said, and to that end I directed my intention so that I might participate in them.
Then I had an overall view of the whole Catholic world and a multitude of altars upon which at one and the same time the adorable Victim was being immolated. The blood of the Lamb without stain was flowing abundantly over every one of these altars, which seemed to be surrounded by a light cloud of smoke ascending toward heaven. My soul was seized and penetrated with a feeling of love and gratitude on beholding this most abundant satisfaction that Our Lord was offering for us.
But I was also greatly astonished that the whole world was not sanctified by it. I asked how it could be that the sacrifice of the Cross having been offered only once was sufficient to redeem all souls, while now being renewed so often it was not sufficient to sanctify them all.
This is the answer I thought I heard: The sacrifice is without any doubt sufficient by itself, and the Blood of Jesus Christ more than sufficient for the sanctification of a million worlds, but souls fail to correspond, they are not generous enough. Now the great means by which one may enter into the path of perfection and of holiness is to SURRENDER ONESELF to our good God.
But what does it mean to SURRENDER ONESELF?
I understand the full extent of the expression TO SURRENDER ONESELF, but I cannot explain it. I only know that it is very vast, that it embraces both the present and the future.
TO SURRENDER ONESELF is more than to devote oneself, more than to give oneself, it is even something more than to abandon oneself to God. In a word, to SURRENDER ONESELF is to die to everything and to self, to be no longer concerned with self except to keep it continually turned toward God.
TO SURRENDER ONESELF is, moreover, no longer to seek oneself in anything, either for the spiritual or the physical, that is to say, no longer to seek one's own satisfaction, but solely the divine good pleasure.
It should be added that to SURRENDER ONESELF is also to follow that spirit of detachment which clings to nothing, neither to persons nor to things, neither to time nor to place. It means to adhere to everything, to accept everything, to submit to everything.
But perhaps you will think that this is very difficult to do. Do not let yourself be deceived. There is nothing so easy to do, nothing so sweet to put into practice. The whole thing consists in making a generous act once and for all, saying with all the sincerity of your soul: "My God, I wish to be entirely thine; deign to accept my offering." And all is said. But from then on, you must take care to keep yourself in this disposition of soul and not to shrink from any of the little sacrifices which can help you advance in virtue. You must always remember that you have SURRENDERED yourself.
I pray to our Lord to give an understanding of this word to all souls desirous of pleasing him and to inspire them to take advantage of so easy a means of sanctification. Oh! If people could just understand ahead of time the sweetness and peace that are savored when nothing is held back from the good God! How he communicates himself to the one who seeks him sincerely and has known how to SURRENDER herself. Let them experience it and they will see that here is found the true happiness they are vainly seeking elsewhere.
The SURRENDERED soul has found paradise on earth, since she enjoys that sweet peace which is part of the happiness of the elect.
-To Surrender Oneself, by Saint Marie Victoire Therese Couderc, 26 June 1864